Il curioso caso di Gorizia e Nova Gorica è qualcosa capace di attrarre il turista più annoiato, di quelli che vorrebbero sentirsi in una vacanza in cui siano garantiti divertimento e paesaggi mozzafiato.
Sembra infatti che Gorizia e Nova Gorica abbiano un potenziale dormiente. Non potrei altrimenti spiegare il silenzio assordante lasciato dall’assenza di turisti, in un giorno di metà agosto. Eppure non hanno soltanto bellezza e storie da raccontare. Prossime al ruolo di Capitale Europea nel 2025, Gorizia e Nova Gorica hanno una insolita caratteristica.
Quella volta a Gorizia
Quella volta che sono andata a Gorizia soggiornavo a Trieste. In poco più di un’ora (4 euro sola andata) ho raggiunto la Stazione Centrale (di Gorizia) e nonostante il cambio tra treno e bus, causa lavori in corso sulla tratta, le ferrovie si sono dimostrate più efficienti che mai.
Al mio arrivo ammetto di non essere stata molto furba a usufruire dei mezzi pubblici di città poiché ho inaspettatamente macinato km e km sotto il caldo di agosto. Google Maps non ha fatto altro che farci allungare con la proposta di percorsi che si sarebbero potuti evitare. Fatto sta che per molto tempo ho avuto la sensazione di trovarmi a Pesaro, città che ho sempre amato moltissimo ai tempi in cui frequentavo l’Università di Urbino. Si, insomma, quella stazione così simile, le villette a schiera su Corso Italia, la quiete… mancavano solo il profumo del mare e l’atmosfera da shopping natalizio nella quale mi immergevo sempre nella cittadina marchigiana.

Il curioso caso di Gorizia e Nova Gorica
Che Gorizia e Nova Gorica siano praticamente attaccate tanto da essere raggiungibili a piedi senza che ci si accorga dei confini che le separano (neanche una strada che sia interrotta dall’assenza di abitazioni) è già di per se cosa molto curiosa ma neanche così rara ed unica.

Facilmente percepite come un’unica entità, a Gorizia e Nova Gorica ci si va anche per riuscire a stare con due piedi in una scarpa…ops, in due Paesi.
Il caldo, la fatica, la mancanza di entusiasmo data dalla troppa quiete di Gorizia, non erano più nulla davanti a questo curioso caso.
Tutto ha luogo in Piazzale Transalpina, lo spazio antistante l’altra Stazione ferroviaria, quella di Nova Gorica appunto.
Al centro della piazza c’è segnata la linea di confine che separa il territorio italiano da quello sloveno. Basterà guardarsi attorno per scoprire diversi dettagli che testimoniano questo eccezionale fatto.

Il Piazzale Transalpina di Nova Gorica
Piazzale Transalpina è il vero e curioso caso di Gorizia e Nova Gorica, consigliato a chi vuol stare in due Nazioni restando nello stesso posto.
Arrivati qui senza neanche accorgersi dove finisca Gorizia e inizi Nova Gorica, colpisce subito la facciata della Stazione slovena.
La Ferrovia Transalpina fu inaugurata nel 1906 e nonostante il progetto che la voleva via di comunicazione tra Trieste e l’Europa Centrale, oggi non è che una via secondaria a binario unico. Stupiscono le atmosfere dei primi anni del 900 che regnano incontrastate nella saletta interna della Stazione.
All’esterno, nel Piazzale Transalpina, c’è incastonata la targhetta che ricorda l’identità italiana di una metà della sua superfice; l’altra metà appartiene alla Slovenia.
La targa si trova esattamente nel punto in cui sorgeva “il muro di Gorizia” . La data del 2004, incisa sopra, ricorda l’ anno in cui la Slovenia entrò a far parte dell’Unione Europea. Tuttavia, fu soltanto nel 2007, con il patto di Schengen, che oltre alle barriere fisiche, venne eliminato ogni tipo di controllo alla dogana.
Cliccando sul link qui allegato, potrete visionare foto degli anni in cui le due cittadine erano materialmente separate.
Proseguendo in Via San Gabriele, nella metà di territorio italiano, si trovano le storiche targhe che segnano i confini tra Italia e Slovenia sin dai tempi della Guerra Fredda. Attraverso la stessa via si può anche sconfinare a piedi in terra slovena, dove i quartieri, vestiti di grigio cemento, hanno il tipico aspetto sovietico. L’accento cambia repentinamente e la gastronomia risente delle influenze straniere.
Il muro di Gorizia e Nova Gorica
Di quella linea di confine che separava Gorizia da Nova Gorica, oggi restano una fila di mattonelle che si dipartono dalla targa in Piazzale Transalpina, un muro in pietra e quanto rimane di una rete di recinzione.
Se però i muri si abbattano, è sempre possibile ricostruirli. Per crederci, mi è bastato leggere articoli relativi al “periodo Covid” del 2020 (qui vi allego solo uno dei link che ho trovato a riguardo e che contiene immagini di quei giorni).
Dopotutto, il lockdown e la pandemia, in genere, hanno temporaneamente alzato muri lungo tutti i confini.
Ricordi che danno i brividi.
Cosa vedere tra la Stazione di Gorizia e quella di Nova Gorica (i miei posti preferiti)
Piazza della Vittoria è una delle cartoline di Gorizia, poiché in una vista a 360 gradi, sembrano esserci quasi tutti i punti di interesse della città.
La Chiesa di Sant’Ignazio pare quasi dominare la Piazza, se non fosse per il Castello, con il suo borghetto medievale. Vista da qui, sembra abbracciare l’intera cittadina.
Al centro del piazzale dalla forma irregolare se ne stanno la Fontana di Nettuno e la Colonna di Sant’Ignazio.
Una delle vie più graziose di Gorizia è certamente Via Rastello, uno dei vicoli laterali di Piazza della Vittoria. Senza che ci sia alcun bisogno di ritoccarla, sembrerebbe il perfetto set cinematografico per un film d’altri tempi. I portici da un lato, le insegne dei negozi dallo stile retrò (vedi per esempio la Drogheria Krainer), gli edifici colorati stretti gli uni con gli altri… E poi gli anziani seduti fuori dalla porta… C’è una meravigliosa atmosfera vintage.
Attraverso Via Rastello si arriva facilmente alla Cattedrale Metropolitana dei Santi Ilario e Taziano Martiri. Non ha le classiche dimensioni di un Duomo ma la sua modestia la rende alquanto interessante.