Il Parco Archeologico di Egnazia, poco distante dal Comune di Fasano, in provincia di Brindisi, è uno di quei siti storici con cui, in qualche modo, ho stabilito un legame particolare sin dalla tenera età.
Subì il fascino dell’antica città marinara da quando, bambina, trascorrevo intere giornate sulla spiaggetta di Egnazia. Non meno importante è il ruolo dei racconti d’infanzia di mia madre che per anni ha abitato quella striscia di terra intrisa di storia, a pochi passi dal Mare Adriatico.
Più che un semplice sito archeologico
Spesso osserviamo quello che resta di un’antica città con un atteggiamento superficiale e frettoloso.
Non è mai facile immaginare come cumuli di pietre disposte secondo un ordine logico, potessero essere in origine. E’ difficile intuirne le forme, le dimensioni o le funzioni che possono aver avuto nei secoli.
Se tuttavia ci prendessimo il giusto tempo per soffermarci sulla storia di qualunque cosa appaia senza senso, impareremmo molto di più sulla storia dei luoghi in cui viviamo e apprezzeremmo quello che ci circonda.
Mia madre mi ha sempre raccontato di quando tra quelle rovine ci giocava inconsapevole del valore che le pietre attorno potessero avere: il tunnel che la spaventava, la scorciatoia presa attraverso quei sassi silenziosi e perfino, i ritrovamenti dei vasi che avrebbero trovato posto nei musei.
In quel sito probabilmente emerso alla superficie per metà, non c’è soltanto la storia di un pezzo d’Italia; se quei resti potessero parlare, come spesso si usa dire, racconterebbero anche la storia della mia famiglia che qui visse per molti anni.
Come accennato, ho frequentato la piccola baia di Egnazia per molti anni. Ero affascinata da quelle mura e nonostante l’età ero consapevole che un tempo lì doveva esserci una qualche città ma non riuscivo a immaginare come potesse essere davvero e quale quotidianità riecheggiasse tra gli scavi,
Crescendo è aumentata la capacità di curiosare e di intuire la vita passata di cui il mare è testimone.
Il Museo nazionale e il Parco archeologico di Egnazia
Anticamente Egnazia, dal greco Gnathia, era una città romana strategicamente posizionata tra il porto e la via traiana, entrambe ben visibili allo sguardo.
In realtà il sito era stato colonizzato già nella tarda età del bronzo da Messaci e Pucezi ma è con l’insediamento dei romani che l’antica città fiorì. Data la posizione sul porto, infatti, tra il IV e il III secolo a.C. i romani la resero municipium. Tuttavia, per motivi ancora sconosciuti, nel Medioevo iniziò il lento declino che tra il IX e il X secolo portò Egnazia a sprofondare nella pancia della terra.
Sotto l’impero di Augusto, nel 312 a.C. il censore Claudio Appio fece costruire un’importante via commerciale che, passando per Lecce, collegava Taranto a Brindisi.
Ad Egnazia, la via traiana è il frammento tangibile di ciò che resta dell’antico collegamento stradale; sembra quasi di sentire le voci e i rumori dei carri che nel tempo hanno impresso su quelle pietre, il loro passaggio.
Spesso, osservandola, sento il bisogno di cercare, tra la terra che ancora ricopre quasi certamente l’antica città, il resto della via. Lo ammetto, mi sento Doroty de “Il mago di Oz”, mentre cerca il viale giallo che la porterà dal Mago di quel fantastico regno.
L’Acropoli, la città e la necropoli
Mi sorprende che la città sia stata ingoiata nella pancia della terra e che occorrano anni di scavi per riportarla interamente alla luce. Tuttavia quella terra rossa ricoperta di ulivi secolari e campi coltivati, continuerà a celare segreti di ciò che è stato, giacché, mi è stato detto, non è sempre possibile invadere spazi abitati solamente per tentare di trovare qualcosa che possa risultare interessante.
All’interno del Parco Archeologico si distinguono nettamente l’anfiteatro, il criptoportico, due basiliche paleocristiane, il foro romano, un tratto della Via Traiana e alcune tombe messapiche.
Affacciata sul mare, su un’altura che si trova al di là della strada asfaltata, c’è l’Acropoli. Le fortificazioni erano quanto di più stuzzicasse la mia immaginazione nelle giornate trascorse in spiaggia, quando ero piccina.
Il Museo Nazionale “Giuseppe Andreassi”
Ceramiche, gioielli, vasi, mosaici, statuine…
Gli oggetti ritrovati durante gli scavi iniziati ufficialmente dal 1912 sono esposti all’interno del Museo appena fuori dal Parco Archeologico di Egnazia.
Raccontano la storia dall’età del bronzo fino al Medioevo.
Informazioni utili per la visita al Parco Archeologico di Egnazia
Il sito archeologico di Egnazia è raggiungibile percorrendo la litoranea tra Monopoli e Savelletri. Il biglietto d’ingresso al museo dà accesso anche alla zona dell’antico abitato.
Davvero interessanti sono i percorsi usufruibili nella stagione estiva. Ad esempio, è possibile essere guidati nella realizzazione di un mosaico o immergersi alla scoperta dell’area portuale della città.
Troverete informazioni dettagliate per la visita di Egnazia, sul sito ufficiale www.egnazia.eu.