Siete prossimi alla partenza per New York e avete a disposizione sei giorni da dedicare alla Grande Mela?Seguitemi nella seconda parte dell’itinerario personalmente testato e rivisitato per voi.

Dove eravamo rimasti? Ah, eravamo arrivati al terzo giorno.
Quarto giorno: Harlem, Coney Island, Dumbo e Ponte di Brooklyn
Da amante del gospel quale sono, non mi sarei persa per nulla al mondo una messa di Harlem. L’unico rimpianto è di non essere riuscita a trovare una chiesa più piccola e meno conosciuta di quella in cui poi sono finita.
Le messe domenicali di Harlem sono davvero diverse da quelle che immaginiamo.
Le prediche sono lunghe, vivaci e si alternano a momenti di canto dove la gente sembra assopita in una strana energia positiva.
Le signore afro-americane indossano il loro abito migliore per la celebrazione della domenica. Le potrete vedere vestite di tutto punto e indossare perfino i guantini.


Da Harlem a Coney Island, passando in metro da un punto panoramico sul Ponte di Brooklyn, il percorso non è certo breve.
Coney Island è il luogo della domenica, quello della spensieratezza del luna park, quello dove i newyorkesi vanno al mare.
L’acqua non è cristallina. La spiaggia invece è chilometrica.

Di ritorno da Coney Island è stato d’obbligo attraversare il Ponte di Brooklyn. Non prima di aver fatto un salto a Dumbo (con vista sul Manhattan Bridge) e aver scattato una serie di fotografie al ponte più famoso di New York dalle zone verdi del Brooklyn Bridge Park (c’è anche la zona dell’Empire Fulton Ferry). Ogni centimetro di questi luoghi è una prospettiva diversa, il pretesto per riempire la memory card.
Una piccola nota la voglio aprire su Brooklyn. Italiani che vivono a New York mi hanno consigliato di esplorare la zona di Williamsburg. Peccato che mi sia persa in strade poco rassicuranti e ho preferito fare marcia indietro.


Quinto giorno: V strada, Grand Central Terminal e Top of The Rock
Di buon mattino sono andata a Rockefeller Center per prenotare la visita al Top of The Rock dopo le ore 18;00, così da concedermi la vista su Manhattan con le luci del giorno e della sera.
Il resto della mattinata lo abbiam perso davanti a casa di Trump.
Un’ampia parte della V strada era bloccata per dargli il tempo di scendere dal suo appartamento e lasciare New York. Il trambusto di cosa accade quando lui è in città ve lo racconterò un’altra volta.



Fingiamo che non abbia perso tempo e aggiusto l’itinerario in modo che vi risulti più conveniente. Prima di tutto dovreste esplorare bene la zona all’interno e attorno a Rockefeller: la statua dorata dove il piccolo Kevin Mccallister termina la sua avventura da smarrito a New York, Radio City Music Hall o St Patrick’s Cathedral.
Da qui la V strada è un susseguirsi lungo di negozi più o meno famosi. Tra questi c’è Tiffany proprio lì dove sorge la Trump Tower, a poca distanza da Central Park e dal famoso Plaza Hotel (lo avrete certamente visto in una lunga serie di films).



Camminando nel lato opposto a Central Park, arriverete prima al New York Public Library (a cui si accede gratuitamente), al Grand Central Terminal prima e al Chrysler Building poi.
Avendo già perso buona parte della mattinata (causa Trump) e non volendoci allontanare troppo da Rockefeller Center, siamo tornati (io e il mio maritino) a Central Park ma voi potrete optare per la visita a uno dei musei sul suo lato destro, altrimenti detto Upper East Side.
Infine ho concluso la giornata ammirando New York accendersi di scintillii dalla terrazza del Top of the Rock. Per altro da qui si ha una vista incredibile anche su Central Park e sull’Empire State Building.



Sesto giorno: Greenwich village, Flatiron Building e Union Square
La zona di Greenwich Village è senza dubbio una delle mie preferite di Manhattan.
Gli edifici sono esattamente quelli delle serie TV più conosciute degli anni 80 e 90. Non a caso in Perry Street 64 troverete la casa di Carrie Bradshaw di Sex and The City.
Non perdetevi nemmeno la vivace piazza del Washington Square Arch (alle cui spalle trovate la New York University, dove il neo eletto Presidente del Consiglio dice di aver frequentato dei corsi) e le colorate strisce pedonali appena fuori dal Christopher Park. E’ qui che, dopo i fatti di Stonewall Inn del 1969, sono nati i Gay Pride.




Per fortuna la metropolitana sa come consolarmi del fatto di non poter possedere il dono della telepatia. Con la fitta rete di collegamenti nascosti sotto il manto stradale, ho raggiunto più in fretta che potevo il Flatiron Building, conosciuto anche con il nome di Ferro da stiro, sostando a Union Square, zona verde molto frequentata dai cittadini. Infine non potevo non tornare a Time Square per un altro saluto alla città.
Tante sono le cose che avrei potuto e dovuto vedere ma le distanze sono talmente enormi che non ci sono riuscita. Il tempo, si sa, è tiranno.


Dieci giorni a New York
Come probabilmente avrete letto se siete stati attenti ai miei post passati, tre dei dieci giorni che avevo a disposizione sono stati dedicati a Philadelphia, Boston e Washington (ne ho parlato qui).
Quanto costa New York
Facciamo un po’ di conti in tasca e vediamo quanto è accessibile la Grande Mela.
-L’Esta, che altro non è se non il Visto per i cittadini italiani: 15 euro a persona
-Volo diretto con Meridiana acquistato a dicembre per agosto: 660 euro a testa (andata e ritorno)
-Assicurazione Sanitaria: 100 euro
-Hotel Holiday Inn Manhattan Financial District (altrimenti ribattezzato”Hotel pinguini”) a 5 minuti dalla Freedom Tower: 1300 euro per una doppia e per dieci notti (ebbene si, ma non cavatevi un occhio)
-Biglietto in treno (o navetta, non ho ancora capito) dall’aeroporto alla prima fermata della metropolitana: 10 dollari a testa (andata e ritorno)
-Abbonamento di 7 giorni per la metropolitana (e bus pubblici): 32 dollari a testa.
-E poi ci sono le visite ai musei e alle terrazze panoramiche; i costi variano a seconda di quello che ognuno preferisce visitare. Tenete conto che alcuni musei sono gratuiti o prevedono orari e giornate in cui l’ingresso è gratuito e altri che vi permettono di spendete quanto volete nonostante il prezzo consigliato.
In conclusione New York non è propriamente economica ma è pur vero che io ho viaggiato ad agosto, il classico periodo di alta stagione.


N.B.
Purtroppo Berlusconi non mi ha ancora adottata (anche se mi piacerebbe) e ogni spesa dosata pure in modo parsimonioso e attento (proprio perché i soldi non me li regalano) è il frutto di mesi e mesi di risparmi e rinunce. La pizza, il parrucchiere, il vestitino bello… il mio portafoglio mi condanna a scegliere se voglio viaggiare.
( Leggi anche “La prima parte del mio itinerario a New York” e “Cosa sapere prima di partire per New York“)
Io ti farò un monumento: ma lo sai che mi hai appena tolto il dubbio su dove trovare casa di Carrie! Tizzi grazie, te ne sono grata!
Penso a quante cose siete riusciti a fare in sei giorni, un oceano considerate le distanze di New York. Noi ne avremo otto a disposizione e terrò cari i tuoi consigli, il modo in cui hai suddiviso le visite, per ottimizzare al massimo i tempi.
Tiziana tu forse non lo sai, ma sei stata davvero di grande aiuto… Grazie!
Aggiungo un pensiero alla tua riflessione finale. Un viaggio richiede tante rinunce, tanto impegno e risparmio. Ma ti dona anche gli attimi più belli della vita ❤️.
Bacioni,
Claudia B.
In otto giorno avrai modo di vedere anche quello che io non sono riuscita a vedere. E non vedo l’ora di seguirti!
Troppo gentile tu! Sappi che sono io che devo ringraziarti per tante cose.
La riflessione finale vedo che suscita sentimenti ( 😉 ) Ma vero, noi quelle rinunce le facciamo col cuore perché sappiamo che il viaggio ci ripagherà in pieno.
Bacioni a te Claudia.
Bellissimo ed utile resoconto!!! Sicuramente tengo conto delle tue considerazioni ma pensa che ogni viaggio ci regala emozioni e ricordi che porteremo sempre con noi!!!
Esatto. Il viaggio ci arricchisce così tanto che il sacrificio delle “rinunce” vale la pena farlo.
Grazie Ilaria per aver apprezzato il post.
Vacci presto a NY!
Baci
Fantastico! Hai assistito ad una vera, original messa ad Harlem! Fa strano immaginare i newyorkesi in spiaggia, era un accostamento che non avevo mai fatto prima d’ora sai? Hahahahah e che gli hai detto a quello a telecamere spente? Sono curiosa! Ma la libreria e la stazione in quanti film li abbiamo visti! Vederli dal vivo che effetto fa? L’Esta 15 Euro sul serio? Trovo enormemente ingiusto che il visto per la Russia costi dieci volte tanto cavolo! Molto economico invece il pass per i mezzi, mi piace! E il tuo pensiero finale avrei potuto tranquillamente scriverlo io…siamo dello stesso avviso 😉
Le messe di Harlem sono qualcosa di caratteristico e non solo per il gospel in sé. Le prediche, la durata, la gente talmente coinvolta che mi viene in mente quella scena di “Alla ricerca della felicità” in cui esprimono le emozioni ballando o piangendo.
La spiaggia… anche quello è qualcosa fuori dal normale. Tutta questa gente che si fa il bagno vestita. E guai ad allontanarsi di tanto dalla riva che il bagnino, sbragato sulla seggiola, fischia.
Il giornalista… ci ha chiesto perché stavamo lì ad aspettare Trump, che ne pensavamo di lui e da dove venivamo (lui conosceva bene la Basilicata, te credo il sindaco ha origini lucane). Noi gli abbiam risposto che eravamo solo curiosi e che non pensavamo bene di Trump. Di lui ci piace solo lo style dei capelli! Ovviamente era molto divertito. Ne riparlerò di questa giornata. Sai, i giornalisti non erano sulle loro, anzi. Addirittura uno ci ha fatto vedere l’uscita in auto di Trump dal suo telefonino con lo schermo scassato perché noi avevamo visto poco e niente. Alla fine Trump era in un aiuto coi vetri oscurati.
La libreria…la stazione… ma dimmi tu cosa non abbiamo visto di New York. Mamma mia che sogno Dani.
Trovo esagerato anche io il prezzo del visto russo. Si scordassero i turisti. Niente drin drin da noi! 😉
Pass, mezzi… mmm si, dai. Anche se ci sono metropolitane migliori te lo assicuro.
Pensiero finale… chiediamo di essere adottate dal signor Berlusconi a gran voce. La prego Silvio, ci adotti. O magari ci dia un lavoro che almeno non la stiamo più a pregare.
Baci Dani