Sin da bambina ho sempre avuto la passione per i viaggi. Per un compleanno avevo chiesto che mi venisse regalato un mappamondo e sognavo che la vita mi bastasse per vedere con i miei occhi i luoghi disegnati sulle rotondità di quell’oggetto tanto voluto.

Desideravo diventare scrittrice. Diciamo la verità, quando sono in libreria non riesco ancora a fare a meno di pensare a quanto sarebbe bello vedere il mio nome stampato su uno di quei libri.

La vita però, spesso segue un percorso parallelo ai sogni… chissà se realtà e desideri s’incontreranno mai.

Anni di studio, il curriculum che si riempie di esperienze, i traguardi raggiunti, le cadute, le attese e i periodi di nulla a cui si tenta di far fronte con il famoso “piano B”.

Il piano B è il progetto alternativo, quello attraverso cui ci si lascia sorprendere dalla scoperta delle proprie potenzialità. Si raccolgono le ambizioni celate a parenti e amici, ci si sforza di “reinventarsi”, si riscrivono mille volte le ipotesi di una nuova via da intraprendere.

In quel periodo di cadute, attese e ricerca, pensi che “diventare travel blogger” sia la soluzione ideale, il famoso piano B capace di condensare la passione per il viaggio e per la scrittura.

Scegli WordPress come “campo base” per il nuovo progetto e inizi a sperimentare come quando un aspirante cuoco inizia pasticciando con gli ingredienti.

Quanto ho pasticciato!

La verità è che il Piano B richiede organizzazione, tappe da raggiungere, impegno, costanza, tenacia.

Dopo aver scelto il nome più congeniale al nostro blog, aver preso confidenza con la piattaforma che lo ospiterà, tocca capire come sistemare i contenuti.

Dare una sbirciatina agli altri blogger

 

La versione gratuita di WordPress mi ha avvicinata ai nuovi aspiranti blogger. Sono quelli che non se la tirano quasi mai, quelli che hanno pure piacere ad interagire con chi è allo stesso punto del famoso piano B, quelli che, presto o tardi, diventeranno pure tuoi amici. Sono la parte bella di questa nuova avventura. Sono loro che ti incoraggiano a non mollare, sono loro che danno un senso al blog: comunque andrà, sarà valsa la pena aver conosciuto persone con le quali condividere la conquista di nuove competenze e la passione per i viaggi.

Non so voi, ma a me è capitato di cercare ispirazione a casa dei blogger professionisti. Ma anche no.

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Nessuno  vuole superare il maestro ma il maestro serve per migliorarsi. E così dai una sbirciatina ai grandi. Sull’Olimpo ci sono gli umili, quelli che non smettono mai di migliorarsi e poi ci sono “gli arrivati”, quelli che temono di essere superati dall’allievo. Ahimè, alla frase “come diventare travel blogger”, i motori di ricerca portano a leggere post in cui non si fa altro che scoraggiare i principianti.

Un conto è essere maestri seri e severi, un altro è essere cattivi e gelosi del proprio mestiere. Ah, ma tanto ci sono abituata. I miei tirocini post universitari sono stati resi inutili da gente con il timore di essere spodestata dalla poltrona. Ho deciso che persone così devono stare fuori dalla mia vita. Non ho nulla per cui stimarle, nulla che mi motivi a seguirle.

Meglio restare anonimi o dare un volto al proprio blog?

 

Quando credi di aver sistemato meglio gli spazi della tua nuova casa online, inizi finalmente a scrivere, a postare fotografie, a raccontarti. Senti di avere un pubblico anche quando per mesi e mesi avrai una quindicina di visitatori unici e ti viene naturale rivolgerti ai più. “Dovete sapere che ho sempre amato Londra…” e ti illudi di aver avviato la macchina.

C’è anche un’altra questione che tiene inchiodati i timidi come me “meglio restare anonimi o dare anima e corpo al blog, mettendoci la faccia?”

Se non avete paura di nascondere ad amici e nemici, i dettagli della vostra vita privata, esponetevi alle critiche, agli invidiosi, ai vostri fans, al mondo.

Probabilmente gli insicuri come me, hanno bisogno di più tempo per sentirsi invicibili. Ma scusate, che motivo avrebbero avuto Zorro, Spiderman e tutti gli altri supereroi, di indossare una maschera?

Voglio scrivere di stupidaggini senza dover mettere a rischio il piano A. Non ho una doppia vita. Quando la gente avrà imparato ad usare il Web in modo responsabile, forse mi esporrò più di quanto già non faccio.

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Lavorare come se fossimo i primi lettori di noi stessi

 

Quando si impara qualcosa di più del mondo del blogging, non si può fare a meno di guardare al proprio blog con occhio critico. E’ cosi che trovi conferma di quanto avresti potuto scrivere meglio un post, quanto avresti fatto meglio a evitare certi argomenti, quanto ancora hai da pedalare per raggiungere livelli “sufficientemente decenti” nella fotografia.

Non sono mai soddisfatta di me stessa. Certo, nessuno “nasce imparato”, come si suol dire ma se guardo indietro ai miei primi post, sono tentata più che mai di fare click su “elimina articolo” una volta per tutte. Se non l’ho mai fatto è perché credo sia più onesto raccontarsi anche attraverso gli sbagli fatti e i miglioramenti che si tenta di perseguire.

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Rincorrere i numeri?

 

Quando ti ricordi che il piano B non è solo una passione, bensì la soluzione allo stato di disoccupazione che spinge i giovani a reinventarsi, cominci per forza di cose a studiare il metodo che porti ad un aumento di followers e di visite uniche.

Il troppo dar retta ai numeri mi fa sempre pensare al Piccolo Principe “gli adulti adorano i numeri. Ma voi non perdeteci troppo tempo, è inutile”.

I numeri possono motivarci a far meglio ma anche a essere meno spontanei.  Molte volte mi è stato detto  che pubblicare tutti i giorni fa aumentare il numero delle visite. Il rischio di dover scrivere a tutti è costi è quello di diventare meno interessanti.

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Vogliamo dare la dovuta attenzione al guadagno? Se è vero che il blog è il piano B, oltre che una passione, saremo interessati a guadagnare qualcosa.  Io sono esattamente ferma a questo punto. Sono in grado di ideare progetti di tipo diverso da quelli a cui dovrei pensare in qualità di “aspirante” blogger. Progettare implica avere chiaro in mente cosa e a chi proporre il nostro essere blogger viaggiatori e non temere i no.

 

Siamo o non siamo blogger?

 

Riconosco che non sono e probabilmente non sarò mai una blogger professionista. Faccio fatica a mettere da parte i soldi per concedermi un viaggio e non ho mai guadagnato nulla attraverso il mio blog. Certo, le mie energie vanno condivise con il Piano A e questo mi rende più una blogger sognatrice.

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Nell’accezione più elementare del termine, blogger è chiunque scriva un blog. Questo è sufficiente a giustificare chi, attraverso una pagina online, continua a sperare nel proprio futuro. Tutti ne hanno diritto.

Qualunque cosa accada, non smettete mai di sognare. Mai.

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To be travel blogger

 

Since I was a child I have always had the passion for travel. For my birthday I wanted a globe and I dreamed that life was enough to visit all places drawn on it. I wanted to be a writer too.

In truth when I’m in the bookshop, I think about how great it’s to see my name printed on one of those books.

 But sometimes life makes a path parallel to dreams.  

After years of study, experiences, falls, expectations and periods of nothing, you try to think to the famous “Plan B”.

Plan B is the alternative project, capable of surprising you when you discover your potential.

So you think that “becoming a travel blogger” is the ideal solution, the famous plan B that will condense the passion for travel and writing.

After choosing WordPress as “base camp” for the new project and the name of the blog, you start experimenting.

The truth is that Plan B requires organization, steps to reach, commitment, constancy, tenacity.

Reading other blogs 

 

Through free version of WordPress, I got to know new aspiring bloggers. They have the pleasure to interact with those who are at the same point of the famous B plan. Sometimes they will become your friends.
It’s the nice part of this new adventure: anyway, it’s so wonderful can met people with whom you share the conquest of new skills and the passion for travel.

I have been looking also inspiration at “home” of professional bloggers. But not too.

No one wants to overcome the teacher but through teacher we try to improve.
On Olympus there are the humble bloggers and others who fear newcomers and so discourage them. I don’t have motivates to follow them.

Is it better to remain anonymous or give a face to your blog?

 

When you’ve better arranged the spaces of your blog, you start writing as you have an audience even when for months and months you have about fifteen visits. “You should know that London is…” and you think you have begun.

There’s another question: is it better to remain anonymous or give soul and body to the blog, putting your face on it? 

If you are not afraid of hiding details of your private life to friends and enemies, you can expose yourself to criticism, envy and fans.

Maybe the insecure like me, need more time to feel invincible. But why do superheroes prefer wearing a mask?

 I want to write stupid things without the risk of undermining my plan A

Working as if we were the first readers of ourselves
 

When you learn something more about the world of blogging, you start looking at your posts with critical eye.
I’m never satisfied about myself but “no one’s born learned”

The importance of numbers 

 

When you remember that Plan B is not just a passion, but a solution to the unemployment that inducing young people to reinvent themselves, you start to study a method to increase the number of followers and unique visits.

The attention to numbers always makes me think of Little Prince: “adults adore numbers. But you don’t waste too much time, it’s useless. “

Numbers can motivate us to do better but also to be less spontaneous.

In addition, if it’s true that our blog is the B plan, not just a passion, we will be interested how earn money. I’m standing here.
I can make projects of a different kind than those I should think of as “aspirant” blogger.
Making projects implies having clear what to propose of our bloggers and not to fear “no” as response.

Are we or not bloggers?

 

Maybe I’m not a professional blogger but in its basic sense, blogger is anyone who writes a blog. This is enough to justify who, through an online page, continuing to hope in the future. It’s a right of all.

Whatever happens, never stop dreaming. Never. 

 

34 Replies to “Diventare travel blogger: riflessioni a voce alta”

  1. Tiziana….il tuo post arriva in un momento molto particolare per me. Te l’ho accennato anche via messaggio, ma da quando sono tornata dalla Thailandia mi sono trovata in uno strano stato mentale. Ad un certo punto ho avuto la sensazione che tutto questo correre dietro all’idea di farcela non avesse senso, perché senza numeri è difficile avere una certa costanza nel lavoro sul blog.
    Ho pensato di non valere nulla, di avere un blog schifoso, mi sono chiesta perché sbattersi tanto.
    Perché sono piena di idee e progetti, ma vorrei portarli avanti con maggiore continuità, senza dover rincorre un obiettivo. Che cavolata! Certo che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, solo che dopo la Thailandia mi sembrava che non avrei potuto far nulla per ottenere qualcosa. Come se tutto quello che ho raggiunto con fatica in precedenza, non avesse nemmeno senso.
    Poi, ho deciso di fare una cosa: riavvicinarmi al mio blog per farne la mia valvola di sfogo al bisogno di rivivere il viaggio in Thailandia. E dal piacere di scrivere, questa settimana sono arrivate anche quelle conferme che cercavo, che desideravo per sentire ancora forte il mio lavoro sul blog. Certo, le conferme sono anche accompagnate da tante porte in faccia, ma fanno meno male quando recuperi la fiducia di cui avevi bisogno.
    Siamo Travel blogger? Si Tizzi, lo siamo. Lo siamo perché buttiamo sangue e anima in questo spazio virtuale. Lo siamo perché lavoriamo con serietà a questo progetto, sia che ci sia guadagno, sia che non ci sia. Siamo Travel blogger perché manteniamo comune la nostra personalità, nel raccontare e consigliare, svelandoci completamente agli altri!
    Un abbraccio Tiziana,
    Claudia B.

    1. Non so come il ritorno dalla Thailandia sia coinciso con questo stato di scoraggiamento. So per certo che sei stata entusiasta di questo viaggio e posso immaginare come abbia avuto la magia di farti entrare in una bolla di calma e rilassatezza dalla quale non si vorrebbe più uscire. Forse hai fatto semplicemente fatica ad accettare di dover uscire da quella bolla e riprendere in mano la tua quotidianità con tutte le rincorse che comporta.
      Per fortuna si ritrova il coraggio e ogni piccola conferma è un rinforzo alla nostra autostima.
      Il tuo blog non fa schifo anzi, sei capace di andare al di là di quello che scrivi, arrivando diretta agli altri così che di te doni anche la tua amicizia. Credo che questa sia la forza che ti distingue dagli altri. Non è da tutti, non credi? Insomma, guarda me che non riesco a fare a meno di farmi i fatti miei. Non che tu sia invadente eh, piuttosto sono io che sto troppo sulle mie. Io non ho resistito alla tua stupenda amicizia che ogni giorno mi accompagna. A volte immagino di poter venire a casa tua o tu a casa mia, per un bel caffè. E si, lo so, siamo un tantino lontane ma a volte la lontananza, se non è come il vento, sa tenere più vicine le persone.
      Siamo blogger? A si, e tu di certo lo sei. Guardati all’inizio e fai caso a tutte le conquiste che hai fatto! Io le vedo.
      Ti abbraccio fortissimamente!

  2. Ciao Tiziana, mi unisco a Claudia nel dire che ..sì, lo siamo!Lo siamo perché scrivere è una passione e viaggiare un amore sviscerato, perché potrebbe essere anche il ns ultimo piano D ma continuiamo a inseguirlo, lo è perché cerchiamo i numeri, è vero, ma soprattutto una condivisione con chi è simile a noi!
    Leggo blog, di cui non mi capacito del seguito, e blog meno blasonati ma molto, molto più interessanti.
    E credimi, purtroppo, nemmeno io ho un portafoglio così gonfio che mi permetta viaggi ogni due mesi.E NO non ho ancora trovato nessuno che me li omaggi. Ma continuo a scrivere di me, di travel e di tutte le altre cose che amo di più. Adoro farlo!
    Un abbraccio, Alice

    1. ll tuo blog trasmette chiaro quanto ami raccontarti in tutte le sue sfumature, che siano viaggi o quotidianità.
      Investiamo del tempo, siamo spesso costrette a correre dietro ai numeri con l’obiettivo di farne qualcosa di più di un semplice diario personale.
      Quello che ci accomuna è quello che poi crea un filo invisibile tra di noi, capace di dar vita anche alle collaborazioni. Questo è un altro degli aspetti che più amo e che ho conosciuto davvero solo grazie al blog. Quello della collaborazione ha un valore troppo grande e troppo sottovalutato, spesso.
      Continua a scrivere con lo stesso entusiasmo.
      Ti abbraccio forte Alice. Baci. 🙂

    1. Nei suoi 4 anni di blog i miei numeri sono cresciuti non tanto e davvero molto lentamente. Questa lentezza spesso mi scoraggia ma poi mi dico “dai, però vedi che rispetto all’inizio son cresciuti?”. E poi faccio anche riflessioni su persone importanti, canzoni bellissime o racconti incredibili che hanno aspettato ugualmente anni e anni prima di decollare. Questo mi conforta sempre e mi sprona a non mollare.
      Facciamo anche il confronto tra tutti noi. Lamentiamo un pò tutti questa lentezza. Magari, mi dico ancora, funziona proprio così, che i tempi son quelli che sono. A noi tocca non mollare e avere pazienza.
      I blog del cui successo non ci capacitiamo forse usano espedienti vari, forse conoscono la gente giusta capace di portarle sull’onda del successo, forse hanno investito tutto, ma tutto il tempo che potevano a dispetto della qualità che poi ne risulta o forse, hanno la capacità di affiancare al blog progetti importanti che fanno gola agli enti del turismo o alle aziende. “Cosa non abbiamo fatto noi per non essere arrivati a certi livelli?” mi chiedo. Se faccio un’analisi di me stessa so che non ho dato il massimo. Non l’ho davvero mai dato. E se lo dassi? Cosa cambierebbe? Questo non lo so. Ma so che ci sono tante idee che abbiamo dentro e che spesso, anche per paura delle delusioni, teniamo celate pure a noi stessi.
      Uscire dalla routine… sai che spesso è così anche per me?
      Ti abbraccio Stefania. Non mollare, magari è solo questione di tempo.

  3. Ciao piccola blogger, hai ragione…
    Essere umili o sentirsi arrivati, rincorrere i numeri, mostrare la faccia… sono questioni con cui, prima o poi, si scontrano tutti. Ma alla fine la parte più bella dell’essere blogger è conoscere tante persone speciali come te!

    1. Hai riassunto il concetto e confermo che il bello di essere blogger è conoscere tante persone speciali…come te, Nicoletta, che con la tua Frida, che ho lasciato da qualche parte a New York (non l’ho mica più trovata) mi avete conquistata da subito. Sarò sempre fiera della nostra ricerca di street art e questo è il frutto delle collaborazioni, altra cosa che amo tantissimo come ho scritto tra i commenti più su. Grazie a te so cosa vuol dire davvero.
      😉

  4. bello quello che hai scritto.
    Purtroppo lo sconforto prende spesso anche a me. Ma non perché chissà a cosa ambisco, ma perché spesso vedo andare avanti contenuti che non sono di qualità, o almeno non lo sono più perché invece di creare e dare forma ad un web migliore e sempre più nuovo e innovativo iniziano a correre dietro a numeri e a fantomatici guadagni.

    Io sono dell’idea, e ci credo veramente, che bisogna sempre sperimentarsi creando qualcosa di nuovo, anche se all’inizio ti seguono due persone, però creare un percorso nuovo e alternativo, originale che non ha niente o poco di chi fa grandi numeri. Perché secondo me alla lunga quello potrebbe portare i suoi frutti di soddisfazioni personali e chissà, forse anche di lavoro appagante. L’originalità premia sempre secondo me.

    e poi mai dire mai tra realtà e sogni. spesso quando meno te l’aspetti le cose più impensabili prendono forma 🙂

    Francesca

    1. Si dice che chi cerca trova. Continua a cercare le idee, l’originalità e il nuovo. E’ grazie a chi ci crede che arrivano le novità e il mondo evolve fino a cambiare (e si spera lo faccia sempre e solo in meglio).
      Non disperiamo se i risultati tardano ad arrivare. Se da bambina avessi avuto più pazienza oggi saprei fare più cose di quelle che so effettivamente fare. Hai presente quel senso di insoddisfazione che si prova quando, che ne so, non impariamo tutto e subito? Pazientiamo e siamo tenaci.
      Il resto della risposta, riguardo agli altri blogger, la lascio sotto il commento di Giorgio, ci tengo moltissimo.
      Ciao Francesca, grazie infinitamente per aver commentato.

    1. In una sola riga mi hai trasmesso tutto il tuo entusiasmo, la tua forza e un pizzico di tristezza misto a timore di non farcela. Noi però siamo capaci di zittire paure e sconforto, vero?
      Non so come si potrebbe vivere senza sogni. Saremmo degli automi, non so davvero. I sogni sono il nostro motore, le speranze la nostra forza.
      Ti abbraccio Elena!

  5. Sai che io a quasi due anni dall’apertura del mio blog non ho ancora avuto il coraggio di dirlo ad amici, parenti, ecc. L’unico a saperlo è il mio compagno e sono arrivata al punto in cui dirlo diventa sempre più difficile… Prima o poi mi “sgameranno” ?
    All’inizio ero ossessionata dai numeri: quante visite, quanti followers e via dicendo, proprio per via di alcuni blogger “arrivati” che non fanno altro che ripetere che i numeri sono l’unica cosa che conta. Ma alcuni di loro mirano proprio solo a scoraggiare quelli come noi.
    Per cui secondo me sí, noi siamo travel bloggers a tutti gli effetti!
    Buona giornata ❤️

    1. Hai preso in pieno il senso delle mie parole sugli arrivati non umili, quelli che scoraggiano. Non ne ho mai capito il senso. Se scoraggiassi un bambino che sta ancora iniziando a leggere che ne sarebbe di quel bambino? Potrebbe trovare la forza di far ricredere la maestra per ripicca ma potrebbe anche lasciarsi andare, compromettendo tutte le sue potenzialità. In qualche modo la maestra sarebbe responsabile di qualcosa di terribile. Ecco perché non approvo molte cose che leggo qui o là.
      E così Silvia, anche tu, come sorella Orsa, non lo dici a nessuno, nessuno del tuo blog? Io sto tre passetti più avanti. E cmq immaginavo che avessi qualcos’altro in comune con Daniela. Daniela lo sa cosa è. Vuoi sapere? Ma certo, il fatto che voi due avete un modo di scrivere che è capace di distinguervi. Tu romanzi i tuoi viaggi e non so come ci riesci. Daniela è in grado di suscitare molti sorrisi e non so come ci riesce. Ora, non me ne vogliano gli altri. Tutti siamo diversi per qualcosa o per un’altra. Ma di voi due mi viene sempre in mente questo. A quando una sfogliatella tutte insieme? (nel caso chiedi a Orsa che voglio dire).
      Buona giornata a te Silvia.

  6. Ciao Tiziana.
    Ho scoperto il tuo blog da pochissimo grazie ai “like” che ci scambiamo ogni tanto su Instagram e leggendo il tuo post sono diventato uno di quei numeri che tutti noi “blogger non arrivati” andiamo cercando, chi più chi meno.
    Ho letto con attenzione questo post e vorrei fare alcune considerazioni, se posso.
    Anch’io ho pubblicato il mio travel blog esattamente un anno fa, ma oso dire che ha pochi giorni di vita. Per pura inesperienza lo pubblicai in un sottodominio (cosa mostruosa per le ricerche di google) e misi un tema WordPress free (mi è stato detto da uno di quei bloggers sapientoni che il mio spazio sembrava essere stato creato con gli strumenti del 1997 per quanto era brutto). Una decina di giorni fa ho deciso di cambiare: nuovo dominio stavolta di primo livello e nuovo tema wordpress pagato fior di soldini. Ammetto che adesso ha un aspetto migliore e, avendo un nuovo URL, riparte un po da zero nonostante i redirect fatti.
    Ci lavoro tantissimo in tutto il mio tempo libero sperando che qualcuno possa leggerlo, ma per ora è solo il mio personale contenitore dei ricordi.
    I miei colleghi non sanno che ce l’ho e non penso neanche di dirglielo. Se mi troveranno…ok. Altrimenti va bene lo stesso.
    Anche io sono stupito, o per meglio dire inorridito, del fatto che molti blog vuoti di senso e di significato abbiano migliaia di followers. È una cosa ridicola e non ha spiegazioni. Ma forse una ce l’ha ed è quella delle regole del web alle quali io non mi voglio attenere. Parlo di coloro che scrivono posts solo ed esclusivamente chiamati “le 5 cose da fare a Madrid” o “le 5 cose da vedere a Praga”. Io questo genere di articoli, popolarissimi in rete e super commentati, li odio e non mi abbassero’ mai a scriverli. Prima di tutto perché Praga, Madrid o altri luoghi non si possono riassumere in 5 cose ma bisogna scrivere quanto serve ed usare le parole per spiegare concetti; in secondo luogo perché si tratta di pura spazzatura scritta e destinata ad un pubblico che non ha voglia di scoprire e sapere, ma solo di arrabattarsi. Reputo quegli scritti come offese per chi li legge. Eppure…funzionano a meraviglia. Tempo fa ho provato a collaborare con un blog di successo e sai l’articolo di prova che mi hanno chiesto qual’è stato? ” le 5 cose da fare a Panama”. Ovviamente non solo non ho scritto l’articolo ma sono pure sparito non rispondendo a quella proposta.
    Se queste sono le vere necessità dei lettori mi vanto di non diventare mai un blogger di successo.
    Però la realtà delle cose dice che un blog di viaggi ce l’ho e questo bene o male fa di me un blogger, anche se piccolo ed insignificante che non va a parlare in radio o in TV e che non manda articoli ai giornali.
    In attesa che il mondo diventi un po più intelligente ti dico di tenere duro e di non lasciare questa passione.
    Se il motto del mio blog è “perché viaggiare è vivere…” signifca che non rinuncerò mai alla mia vita.
    A presto 🙂

    1. Ciao Giorgio. Non so come ringraziarti. Il tuo commento è pieno di spunti e giuste riflessioni.
      Come te anche io mi sono sempre stupita della pochezza del mondo quando dimostra di preferire contenuti stupidi ad altri che sono realmente validi. Forse il mondo preferisce ridere, preferisce ciò che è demenziale, scarso e spesso pure falso, per il solo timore di lasciarsi travolgere da ciò che non è pronto ad accettare. Qualunque sia la ragione tocca fare i conti con questo. I destinatari dei nostri contenuti son quelli.
      Fino a nemmeno troppo tempo fa ero esattamente come te: non avevo intenzione di ricredermi delle mie convinzioni, nè avevo intenzione di scendere a compromessi con certe regole.
      Ora ho capito, spinta dai miei sogni, che a volte scendere a compromessi (non a patti col diavolo eh) è necessario. Dipende da cosa vuoi dire e a chi. Ecco, se vuoi arrivare a dire qualcosa a quella grossa fetta di mondo persa nell’ignoranza, tocca saperli prendere anche arrendendosi alle regolette seo, all’attenzione ai numeri e via dicendo, senza mai cadere in basso davvero.
      Per farti capire meglio ciò che intendo, voglio citarti il film ” The Bluter” che credo rispecchia bene questo pensiero. Il maggiordomo della Casa Bianca per anni sembra sottomettersi alle ingiuste regole sociali e tuttavia, con discrezione e pazienza, il sistema prova a cambiarlo dal di dentro.
      E’ anche vero che spesso attenersi alle regole che tutti, in cuor nostro, odiamo, è il tentativo di costruirci un futuro che spesso ci viene negato. Se non c’è lavoro cosa ci resta da fare se non provare con tutte le nostre forze a creare un lavoro a partire da ciò che crediamo di saper fare? Ecco perchè non amo chi scoraggia la voglia di costruire di chi non vede altre alternative a questa condizione di vuoto della nostra Italia.
      Poi c’è chi sa far valere contenuti intelligenti senza bisogno di scendere ad alcun compromesso. Dopo tutto, non credo che la gente sia davvero stupida. Sa distinguere benissimo ciò che ha valore da ciò che non lo ha. Perciò se ci credi, non smettere mai di scrivere il tuo blog nel modo che ritieni più giusto. Forse potrai metterci più tempo del dovuto ma quando ci sarai riuscito sarai orgoglioso di te. E lo saremo anche noi! Spesso, nel silenzio dei media, ci sono le vere gemme.
      Il tuo motto è bellissimo. In bocca al lupo, di cuore.

  7. Condivido tutto quello che hai scritto. Personalmente non mi ritengo un travel blogger. Il blog l’ho creato infatti soprattutto per me, per avere un posto dove annotare i miei ricordi dei viaggi più belli che poco alla volta, complice l’Alzhaimer galoppante, si confondevano sempre più. Poi, se qualcuno (pochini, a dire la verità) mi legge la cosa mi rende molto ma molto contento.
    L’anonimato è cosa cui tengo parecchio, sul blog o sul profilo Instagram non troverai la mia faccia. Cosa strana in un mondo in cui ci si sgomita per apparire. Ma è così. Mi sento più a mio agio. Bel post!

    1. Ciao Simone. Ho apprezzato davvero tanto il tuo commento e ti confesserò che la tua motivazione a tenere un blog mi ha anche commossa.
      La motivazione che ti spinge a scrivere è molto diversa da quella che solitamente spinge ad aprire un blog. Deve essere terribile dover fare i conti con quello che si perde e il fatto che tu voglia tenere duro attraverso ciò che scrivi è un esempio di forza per chiunque.
      Tra l’altro ho dato una “sbirciatina” al tuo blog e devo riconoscere che scrivi davvero bene. No Simone, tu sei un blogger!
      Voglio augurarti ogni bene.
      Grazie per aver commentato, grazie per aver condiviso la tua opinione, il tuo vissuto. Grazie per avermi fatto conoscere il tuo blog. Molte persone che vivono le tue difficoltà sarebbero davvero incoraggiate dal tuo blog.
      Ti abbraccio!

  8. Tiziana i tuoi sketch sono deliziosi, trovo che tu abbia una bella tecnica nel caratterizzare la tua “Pupa” con un’ottima amministrazione nell’uso del colore tra l’altro! Dico sul serio! 😉
    Detto questo t’invito a farci proprio una delle tue magliette con la scritta “Siamo Blogger” perchè è evidente che lo siamo.
    Non è scritto da nessuna parte che un blog è tale solo perchè pagato/sponsorizzato/supervisitato/pubblicizzato ecc ecc. Posso dirti in base a quella che è la mia esperienza che inizialmente ero un’irriducibile, nel senso che non volevo piegarmi a WP (io adoravo Blogspot per me era IL VERO BLOG), non volevo piegarmi alla legge del SEO (i maledetti pallini verdi), non volevo piegarmi alla logica dei numeri e volevo solo viaggiare, scrivere il mio diario di bordo e fare comunella con voialtri.
    Poi ho cominciato a capire che ci si poteva guadagnare qualcosa proprio guardando dal buco della serratura dei blogger “Arrivati” e siccome sono una poveraccia mi sono detta perchè no? Le logiche dei post sponsorizzati ancora non le ho capite per la verità: capita che ogni tanto chiamino per una proposta ma non so davvero da dove arrivino visto che non ho FB, non partecipo a gruppi tematici e NON ci metto la faccia ^_^
    Da questo ho dedotto che la maggior parte della visibilità arrivi da Instagram -il social di viaggio per eccellenza- e Google. Quindi occorre andare in quella direzione, lavorare e aspettare come ho fatto io che le collaborazioni arrivano! E arrivano! Non fioccano, non ci puoi campare la famiglia ma arrivano 😉 E io mi accontento di metterle da parte per un low cost appetibile. Praticamente da un po di tempo io viaggio così!
    Tizià ma mò che fai là!? Dai posa quei colori e vai a lavorare di SEO!
    Su! SCATTARE SCATTARE SCATTARE! 😀 😀 😀
    Ti voglio bene!

    1. Che cara Daniela! Io lascerei il mondo come sta senza aggiungere null’altro al tuo commento. Hai detto tutto tu. Aggiungo solo i sentiti ringraziamenti a un parere così professionalmente espresso sui miei sketch e la felicità di aver letto “ti voglio bene”. Se almeno al 90 % mi reputo timida quanto te, capirò bene quanto costi ammettere l’affetto verso gli altri. Proferir benevolenza a chi teniamo è sempre difficile. Va a capire perchè.
      Io sono lusingata e davvero, credimi, ti voglio bene anche io, altrimenti che sorella saresti? Si vabbò, sei sorella adottiva ma sempre sorella sei, colei che vedrei volentieri a tavola nei giorni di festa a casa di nonna.
      E si, ogni tanto pure noi rompiamo la parte esterna, più dura, del nostro essere cioccolatini. Vè che cuore di cioccolato dentro che ci stava?
      Ok, e ora vado a correre per finta! 😉

  9. Tiziana, credo che il tuo articolo sia un piccolo capolavoro, anche dal punto di vista grafico (adoro i tuoi disegni). Hai provocato fior di commenti. Forse perché da quello che hai scritto ci siamo/ci stiamo passando un po’ tutti. Io personalmente non mi sono prefissato alcun obiettivo, nella consapevolezza che sfondare in questo campo sia molto difficile e pochi riescono nell’impresa. Sai come mi sono presentato ad un meeting di travel blogger? Cazzeggiatore del web. Questo è ilmmio vero obiettivo ?

    1. Ti ringrazio davvero di cuore per l’opinione sul mio post. Ammetto che non mi sarei mai aspettata i vostri commenti.
      Hai i piedi per terra, sai quanto è dura emergere o più semplicemente farcela.
      Adoro il tuo modo di esserti presentato al meeting. Ho riso tantissimo. Bè, sei stato onesto e sei coerente.
      Adoro pure questo, l’onestà… e la coerenza.
      😉

  10. Ciao Tiziana, ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo e i relativi commenti e ti faccio i miei complimenti perché con semplici parole e divertenti illustrazioni hai saputo riassumere efficacemente le riflessioni, i pensieri e le preoccupazioni di tutti noi blogger. Chi più e chi meno impegnato, chi più e chi meno creativo, chi più e chi meno professionale ma certamente tutti spinti da un’unica passione che è quella del viaggio. Continua così!

  11. bellissimo articolo su quello che è la nostra quotidianità!
    Come sai, io metto prima di tutto il viaggio, poi lo scrivere. Ho articoli da scrivere da più di un anno.
    Forse non sarò la travel blogger perfetta ma… a me non importa! Io continuo a fare del mio meglio. 😉

  12. Adoro questo articolo, potrei quasi averlo scritto io da quanto mi trova d’accordo. Numeri numeri numeri.. e le emozioni?? Seguo molti blog e altrettanti ho smesso di seguirne quando sono diventati vuoti di emozioni, quando hanno iniziato a propinare pubblicità di cose che con il viaggio non avevano neppure lontanamente a che fare.. un po’ di coerenza non guasta 🙂
    Detto questo, ovvio che fa piacere quando i numeri arrivano, io stessa studio per migliorarmi, ma credo che l’unico must sia non perdere la propria identità.
    Io uso il blog come diario ma anche come risposta alle domande che mi faccio prima di partire, quindi post emozionali, informativi, di nicchia.. l’unico problema è che ancora non mi va di mettere troppo la faccia, di superare il confine tra blog e privato, ma chissà!
    Un abbraccio e grazie per queste riflessioni

    1. Mai dire mai, dici bene. Per ora superare quel confine sembra quasi un privarsi di qualcosa, non trovi? Io al momento non me la sento.
      Ti ringrazio per il commento e sono felice di essere riuscita a creare empatia.
      Ti abbraccio! 🙂

  13. La mia testa proprio non riesce a ragionare per numeri.
    Questo è forse il motivo principale per cui non riesco a collocarmi da qualche parte in modo definitivo, lavorativamente parlando, nonostante il piano A sia piuttosto chiaro. Ovunque mi giro, vedo più interesse per i numeri che per le persone.
    Io credo che si è blogger nel momento in cui ci si dedica a questa attività con costanza e passione, a prescindere dai soldi. Quindi mi considero blogger a tutti gli effetti, anche se non guadagno una cippa lippa da questa attività. Però che tipo di blog ho non lo so, non riesco a dargli una definizione.
    Il blog per me è un rifugio, un posto solo mio, un luogo felice, senza stress, dove rigetto la personalità che viene poco fuori normalmente, causa timidezza/insicurezza. Non posso certo presentarmi alla gente come Katy Poppins! La mia filosofia è molto semplice: offrire il meglio che ho e “chi mi ama mi segua”. Quindi se a seguirmi sono solo 3 gatti, ma quei 3 gatti mi amano, io continuerò a scrivere e a dare il meglio per quei soli 3 gatti.
    Se dovessi iniziare a farmi venire l’ansia per i numeri, il blogging per me non avrebbe più ragione d’esistere.
    E comunque oltre al piano B, ho anche il piano C1, C2, C3 e D. XD
    Le tue parole le sento molto mie.
    E’ la personalità che “paga”. E sì, magari ci mette tempo a dare i suoi frutti, ma arriveranno, anche se magari sotto una forma diversa da quella desiderata. Nulla me lo toglie dalla testa. E poi l’importante è godersi il percorso.
    Ai numeri facciamo una pernacchia! 🙂

  14. Condivido quanto scrivi. Anche se facciamo attenzione alle regole Seo sperando di far crescere i numeri, non possiamo lasciarci sopraffare dalla matematica. La matematica non è per me, mi deprime sebbene riconosco che ci sono campi della vita in cui non possiamo farne a meno. Insomma, se penso troppo ai numeri non dovrei scrivere più.
    Anche a scuola non si dovrebbe badare ai voti ma alle conoscenze che impariamo.
    Mi associo alla pernacchia! 😉

  15. ovviamente condivido tutto quello che hai scritto!
    Sabato sono stata al mio primo blogtour, è stata una gioia perché ho potuto conoscere i blogger dietro ad alcuni dei piccoli blog di cui hai parlato, quelli con cui è da anni ci scambiamo post ed interazioni, è stato molto bello!
    la cosa che mi ha fatto molta tristezza è che c’era un invitato illustre al nostro blog tour, una blogger molto famosa che avevo già avuto modo di sentir parlare dal vivo in passato e che non mi aveva fatto una grande impressione. ecco la grande guru non si è nemmeno degnata di avvisare l’ente organizzatore che non sarebbe venuta. ha fatto no show, come i vip. bhe se devo diventare così anche no grazie. quindi sai che c’è? mi tengo il mio blog, mi accontento dei piccoli successi e scrivo perché mi fa di farlo e quando voglio farlo. se poi ne nascerà qualcosa di buono bene, ma senza illusioni e senza calpestare nessuno. sono scema io? forse… ma non importa.

    1. Non sei scema. Ho sempre pensato la stessa cosa anche io. Mi ricordi un docente che insegnava all’Università. Sosteneva proprio questo, che chi si affaccia a una professione pensa “non voglio essere così”. Io lo penso in tutti i campi da cui il mio impegno è preso.
      Preferisco restare piccola e nascosta ma sempre onesta, rispettosa, fiduciosa del buono che ci metto nel fare le cose.
      Ti sento vicina Beatrice. Sono io che condivido!

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