Probabilmente sono ancora sotto l’influsso del post in cui racconto del mio interesse per i dialetti pugliesi.
Fatto sta che di recente ho visto in TV lo spezzone di un film di Totò e mi sono messa a pensare a tutte le volte che in viaggio ho dovuto chiedere informazioni ai passanti.
Ma partiamo proprio da Totò, quando in Malafemmina chiede a fatica un indirizzo per chissà dove. Peccato che non sapesse di preciso “dove andare per dove doveva andare”.
Dopotutto, a chi non è mai capitato di non essere compresi?
In generale i cinesi sono quelli che fingono di non capire, lasciandoci soli e delusi a un immenso bivio di città.
Certo, le persone non sono tutte uguali ma spesso mi è anche capitato di incontrare gente ben disposta ad aiutare al di là di qualsivoglia difficoltà linguistica.
I thailandesi, per esempio, sono di una gentilezza infinita. Lo stesso dicasi per i cittadini di Amman che in quel di Giordania mi inondarono di calorosi “Welcome in Jordan“.
Diciamo la verità. Mò non è che se uno non riesce ad ottenere le informazioni volute, la colpa è sempre del passante!
Capita, infatti, che spesso siamo noi a non capire quello che ci viene riferito con tanta dedizione, come nel caso di Carlo Verdone nel seguente video tratto da “il mio miglior nemico”
Tranquilli, quando io mando a quel paese cerco sempre di non farmi capire. Altrimenti che cafonata è?
Comunque, ricordo che diversi anni fa, chiesi informazioni per un hotel a Londra. Tra cartina e cellulare, il tipo cercava di spiegare quale strada avremmo dovuto fare. Niente, io non lo capivo proprio, salvo poi accorgerci che più semplicemente il nostro ricercato alberghetto era nella stessa via ad appena uno o due isolati più avanti.
Anche quando chiedere informazioni sembra facile…
Quando tutto fila liscio, quando cioè noi capiamo quello che l’altro ha capito cosa vogliamo sapere, c’è qualcos’altro che può succedere: finire da tutt’altra parte solo perché le informazioni dateci erano decisamente sbagliate.
Che pretendiamo, pure con un Tom Tom ci si perde!
Quello che posso scrivere, a conclusione di questa riflessione sul bisogno di chiedere informazioni, è che questo è uno degli aspetti del viaggio che mi aiuta a superare la mia timidezza.
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Asking information about where to go when we are on travel
Maybe I still under the influence of the last post, that about my interest in the dialects of Puglia.
The fact is that I recently saw on TV a movie of Totò. Then I started thinking about every time I ask information when I’m on travel.
But let’s start with Totò, when in “Malafemmina” he asks for to know an address. But he did not know exactly where to go!
Sometimes it feels… like we’re being misunderstood!
In general, I have this kind of problem with Chinese people.
Of course, people are not all equal; often people are very nice.
It happens also that we often don’t understand any informations, as in Carlo Verdone’s movie, “My best enemy”.
Anyway, I remember that not many years ago, I asked for information for a hotel in London. The man tried to search something on his telephone but nothing, I did not understand that our hotel was in the same street just one or two blocks further far.
When we understand what the other person says, it can be happen that the information is wrong.
But even a Tom Tom isn’t always good.
In conclusion, I can say that this need to ask for information, during a trip, helps me to overcome of my shyness.
E’ vero gli asiatici, soprattutto i coreani fanno sempre finta di non capire! Tanto che a questo punto mi viene il dubbio: secondo me davvero non capiscono!
Memorabile la scena del film di Totò…quante volte l’ho riprodotta dal vivo a qualche malcapitato hahahah!
Ma quanto era bello vent’anni fa accostare, abbassare il finestrino e urlare:
“CAPOO, per il lido Mappatella?” 😛
Io dico che più che asiatici, fanno proprio “gli indiani”!
Si, la scena di Totò è favolosa. Vorrei vederti mentre lo imiti coi malcapitati.
Sto lido Mappatella invece mi manca. Dovrei informarmi!
Guarda Tizzi che ti prendo in parola!!! Hai detto che i thailandesi sono gentili e mi daranno tante informazioni in italiano! Come? Non era questa la frase giusta 😉 ?
Beh, tu hai ragione sai. Spesso siamo proprio noi a non capire. Di certo, però, sforzarci a comprendere, ci fa uscire dal bozzolo e ci impone di metterci alla prova. Alla fine è sempre un momento di crescita.
Poi siamo onesti: le indicazioni sbagliate, arrivano in tutte le lingue del mondo….persino in italiano. A noi è capitato sulle montagne della Val d’Aosta. Ancora stentiamo a crederci…
Baci,
Claudia B.
Si, è giusto. Sono molto gentili. Vai tranquilla Claudia!
Essere costretti a crescere, a uscire dal bozzolo… bella espressione. Per me è davvero terapeutico quest’aspetto del viaggio.
E si, purtroppo ci si imbatte anche in informazioni sbagliate pure in italiano.
Ciauuu