Metti un borgo piccino ai piedi di una montagna poco distante dal mare e sai già di essere in Calabria.
Non ci sono imponenti montagne e nemmeno le distese boschive del Parco del Pollino che pure non distano molto da Civita, il paesello che sto per raccontare.


La caratteristica principale di Civita è l’appartenenza, a suo modo, alla terra che sta oltre l’Adriatico.
Le migrazioni del 1400, causa occupazione dei turchi, portarono qui una comunità albanese che ancora oggi vive ai piedi dei monti calabresi.
A testimonianza di ciò, troverete insegne e scritte in italiano e in albanese.


Qui tutto richiama le origini albanesi. Perfino la messa recitata nella Chiesetta di Santa Maria Assunta è nella lingua d’origine.


Usanze e tradizioni sono raccontate nel Museo Arbareshe. Oppure, se fate come me, potrete farvi raccontare aneddoti e curiosità dagli abitanti del posto. Gli anziani non vedranno l’ora di trascorrere un po’ di tempo in vostra compagnia.
La signora, seduta sui gradini della sua casa, ci dice che ormai non sono rimasti in tanti a vivere a Civita. Gatti e turisti restano gli assidui frequentatori del borgo.
Ci racconta anche della grande festa di paese che si tiene subito dopo la Pasqua. Per l’occasione gli abitanti vestono in abiti tipici. E’ il folklore delle Vallje.


Mentre vi perdete tra i vicoli, fate caso ai comignoli. Pare che servissero a tenere lontani gli spiriti maligni e che la loro forma dipendesse dal volere di chi costruiva le piccole abitazioni, spesso simili a volti umani tanto da essere chiamate “case parlanti” (case Kodra).


Un sentiero porta al Ponte del Diavolo con vista sul paese e sul Torrente del Raganello. Non me ne vogliate, sono fuori allenamento e non sono riuscita nemmeno ad arrivare a metà strada. Niente paura. Se non amate le lunghe camminate, potete farvi accompagnare da guide locali a bordo di un mezzo a quattro ruote.



Per provare la cucina locale fate un salto da Kamastra. I loro prodotti sono di propria produzione.
Fate una sosta nella Piazzetta con la Fontana e il Municipio, fate caso ai numerosi gatti e godetevi il silenzio e la pace di Civita, uno dei borghi più belli d’Italia.


___________________
Civita, the village of Albanian origin
You know you are in Calabria, when you are at the foot of a mountain not far from the sea.
There are no impressive mountains or immense woods of Pollino Park, which, however, are not distant from Civita, a village of Albanian origin.
In the 15th century, in fact, an Albanian community sletted here pursuant to the occupation of Turkish
As proof of this, you’ll see a lot of insignia in Italian and in Albanian.
Here everything recalls the Albanian origins. Even the Mass of the Church of Santa Maria Assunta is in the native language.
In the Arbareshe Museum you can find the history and traditions of Civita. Or you can meet people: they tell about their anecdotes and curiosities.
An old woman, sitting on the steps of her home, tells us that today there aren’t so many people living in Civita except cats and tourists who walk in the village.
She also tells us about the great village fete, after Easter. The inhabitants wear typical clothes. It’s the folklore of Vallje.
Don’t forget to take a look at the fireplaces. It’s said that they keep evil spirits away from the houses, often similar to human faces; they are called “speakers houses” (Kodra houses).
A path leads to the Devil’s Bridge overlooking the village and the torrent of Raganello. No fear. If you don”t like long walks, you can go by the car of the local guides.
Try the local cuisine of Kamastra Restaurant, take a break in the square with the Fountain and the Town Hall and enjoy silence and peace of Civita, one of the most beautiful villages of Italy.
Che borghetto delizioso! Lo conoscevo soltanto di nome, l’avrò sentito in qualche special al tg sulle minoranze etniche.
Ah no aspetta mi sto confondendo: era quell’altra zona in Calabria dove parlano ancora il greco!
Che bella giornata che hai beccato! Guarda che cieli! *_*
Eh noooo. Ma cosa mi dici? Ce n’è un altro dove parlano greco? Bè, allora ci vado. Civita è deliziosa. Ah, è qui che sono quasi svenuta che sono una polla a camminare sotto il sole. La signora anziana era più pimpante di me.
Si, la giornata era stupenda!
Che carino questo borgo!
Particolari pure i comignoli, non ne avevo mai visti così.
Che dire delle case? Su internet ci sono fotografie di alcune che davvero sembrano uscite da un mondo immaginario. Hanno perfino il naso! Ovviamente, lavorando d’immaginazione eh!
Curioso questo borgo Tiziana! Me lo segno perché sono una grande amante dei piccoli borghi, poi quando sono così pacifici, pittoreschi e con una singolare storia alle spalle, ancora di più!
Scorci deliziosi! La tranquillità si sente dalle tue parole e la si comprende dalle foto. E poi che bella è l’idea di fare visite guidate, con il mitico furgoncino Wolkswagen! Grandissimo ?!
Un abbraccio,
Claudia B.
Lo so che ti piacciono i borghi. In effetti, meritano. Oh solo che vorrei precisare che non so se quel bellissimo furgoncino organizzi delle escursioni. So solo che fino al Ponte del Diavolo ti ci portano in un Gippone bello grande.
Ciaooo!