A volte ritornano. Quelli che, scontenti della propria vita, guardano male le vite degli altri.

A volte ritornano…i cattivi, gli  invidiosi, coloro che nel petto portano odio e rancore.

Io, invece, adoro l’umiltà di chi ammette di aver sbagliato, la semplicità di chi non ama sentirsi al di sopra di nessuno, la volontà di chi aiuta per il semplice piacere di farlo.

In questi giorni ho provato un profondo dispiacere per la sorte di Marco e Gloria (come pure per tutti coloro che erano nella Grenfell Tower di Londra). I loro nomi sono solo due in mezzo a tanti.

Alla commozione si aggiunge il pensiero per chi ha lasciato il paese di origine in cerca di un lavoro all’estero. Come mia sorella.

Quello che proprio faccio fatica a comprendere è come possano provare dispiacere quelli che sono seduti dietro il tavolo di un ufficio, quelli che, semplicemente, non ci perdono nulla a dirti se una semplice “domanda di lavoro” sia ben compilata oppure no. Quante rispostacce cattive ho dovuto sentire!

Noi, disoccupati con alle spalle anni di studio (ma anche no), potremmo essere i vostri figli.

Noi siamo tutti Marco, Gloria, Fabrizia, Valeria… Siamo quelli che cercano di contribuire a dare freschezza a un Paese “per vecchi”, quello dove tra qualche anno gli unici lavoratori saranno settantenni in attesa di una pensione che contribuirebbe al ricambio generazionale.

A volte…

 

Ritornano gli insoddisfatti. Quelli che non arrivano a fine mese e se la prendono con l’immigrato che a rischio della vita, scappa a malincuore dalla propria terra, sperando in un futuro migliore, fatto di sacrifici, sia chiaro.  La solita guerra tra poveri.

A volte ritornano… quelli che amano vederti a terra per chissà quale piacere personale.

A volte ritornano, quelli che vogliono contagiarti con il malumore e la cattiveria di cui sono schiavi.

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Io continuerò a lasciarmi contagiare da chi, pur essendo un perfetto sconosciuto, sa essere d’aiuto con poco: la piccola informazione giusta, il sorriso nei momenti bui, le braccia tese, lo sguardo sincero.

Basta davvero poco per rendere felici se stessi. Basterebbe solo iniziare a spogliarsi di ogni genere di cattiveria, tanto nessun bene materiale sarà eterno, né tanto meno lo siamo noi.

So che è difficile non sentirsi arrabbiati ma pensate cosa avreste fatto se, in certi momenti, non ci fosse stato qualcuno ad aiutarvi. Ricordatevi quanto quel qualcuno è stato prezioso  per voi. Così, ciascuno di noi può essere prezioso per l’altro.

“Non fare ciò che non vuoi sia fatto a te”.  “Pensa se fossi al suo posto”. “Non dimenticare il bene che hai ricevuto” … Non dico che dovremmo aiutare chi non aspetta altro se non ingannarci ma di aiutare chi la nostra benevolenza la merita, questo si.

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Sometimes they come back

 

Sometimes they come back. Those who are unhappy and look badly at the lives of others.
Those who are bad, envious and are full of hate and rancor.

I love the simplicity and the humility of those who admit their mistakes, of those who are honests and so willing.

I felt great sorrow for the fate of Marco and Gloria these days (as well as for all those who were in the Grenfell Tower of London). Their names are just two among many. 

My heart went out to them but also to those who  leave their country of origin to find work abroad… like my sister.

What I don’t understand is the displeasure of some people, as those who are sitting behind an office desk. Why deny a simple piece of information? How many bad responses they have said to me! 

We, unemployed with years of study (or not), could be your sons!

All young are Marco, Gloria, Fabrizia, Valeria … We would give our energy to an “old” country, where workers will be seventy years old and will wait for a pension that, instead, could contribute to generational turnover.

Sometimes

 

Sometimes the unappeased come back. Those who can’t make ends meet and blame the immigrant who escapes from his land, hoping for a better future. It’s the war between poor. 

Sometimes they come back … those who like to see you down, who want to sway you with their evil.
I prefer to be good.

It’s not hard to be happy. Cleanse yourselves of all sorts of wickedness; no material good will be eternal like we won’t be eternal.
I know it’s easy to feel angry but think if no one can help you.
We are so precious for each other!

“Don’t do unto others what you would not want done to yourself”. “Think if you were in other shoes”. “Don’t forget the good you received”.

I don’t say we should help those who wait for nothing. But to deceive us but to help good people, this I mean.

4 Replies to “A volte ritornano (quelli che sono scontenti)”

  1. Sottoscrivo in pieno le ultime espressioni che hai citato. Anche io mi immedesimo sempre al posto degli altri prima di lanciare sentenze o frasi fatte.
    E non è vero che ritornano “A volte”…purtroppo ritornano “Spesso”! 🙁

  2. Non so come mai avevo perso questo post. Mea culpa! Hai scritto una serie di riflessioni davvero importanti Tizzi, che condivido e che mi hanno bloccato lo stomaco.
    Ammetto che non sto seguendo più i notiziari, non ce la faccio, la mia mete si rifiuta. Rifiuta l’odio, l’omicidio, il razzismo, le accuse. Semplicemente non riesco più a farle entrare come informazioni nella mia vita.
    Ma è vero sai, la storia di chi muore in una fuga dalla disperazione, oppure in un attentato, oppure sul lavoro (od ambedue le cose), nel proprio paese o mentre è all’estero a cercare una speranza, è la storia di tutti noi.
    E’ il racconto del nostro passato e del nostro presente. Con ogni probabilità pure del futuro.
    Ed ingaggiare una guerra tra poveri, fomentata da chi siede su una poltrona senza nessuna umanità, serve solo a causare altro male.
    Ti appoggio Tiziana, lo sai…
    Claudia B.

    1. Si, lo so che mi appoggi. Anche io vorrei guardare il meno possibile i notiziari. E così faccio. Quando si viaggia si riesce a vivere nel mondo stando fuori dal mondo… i Tg te li dimentichi.
      Che disgrazie, brutture, politiche corrotte, facciano parte della nostra vita è ormai cosa normale. Che si possa evitare la cattiveria per motivi futili, questo lo vorrei. Da persona a persona, chiederei “perchè?”

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