A parte la lista di cose da mettere in valigia, quella delle tappe di viaggio e il più ovvio elenco della spesa, non ho mai scritto le regole per essere una perfetta viaggiatrice.

Dopo anni di continue rivisitazioni di norme implicite e auto-imposte (pena un qualche castigo che consiste nella non riuscita del viaggio stesso), sono pronta a raccontare quali sono gli immancabili modi di fare che mi caratterizzano quando sono alla scoperta del mondo.

1.Ogni cosa deve essere sotto lo stretto controllo della sottoscritta

Quando devo partire faccio in modo che sia tutto sotto controllo per non incorrere nel panico dell’ultimo secondo. Ho le valigie attrezzate di tutto, le copie dei documenti, la guida…

2.No panic

La pazienza, più che modo di vivere, è una regola da non scordare.

Se lo faccio posso risultare più antipatica del solito, sgarbata, maleducata, disperata. Mi farebbe gettare la spugna prima ancora di aver raddrizzato la situazione. Guai se l’amato marito ha una sola parola fuori posto. Ma che dico, guai se utilizza il tono sbagliato per esprimere un qualsivoglia concetto. Potrei “ventolare” per aria la sfortunata guida di viaggio che è di turno in quei momenti.

3.Sapere sempre dove sto andando

Quando vado in una città so quasi sempre dove devo svoltare, quanto proseguire dritto e quando fermarmi. Questo è possibile perché con Google Map, versione satellite, ho già fatto 1/4 di strada. Ma quanto è vero, spesso mi perdo e altre spesse volte perdo di vista la prossima meta. Come ne esco? Grazie alla gente del posto. “Chiedi e ti sarà dato”. Peccato che quando devo parlare in inglese me la cavo. A comprendere però… “Sorry, can you repeat?” dico, anche se i sottotitoli sono “Can you speak slowly?” A furia di parlare con tutti ho capito che me la cavo meglio a comunicare con la gestualità. Ha ragione mio padre, quest’ultima tecnica non fallisce mai. Lui ne è esperto.

4.Guerra ai batteri in corso

Non credo che i miei bagagli diventeranno mai involtini di cellofan ma questo non è un buon motivo perché da colorata diventi chiazzata di sporco. Agli addetti in aeroporto chiedo di trattarli con rispetto tanto quanto faccio io. Lo so, è difficile. Ma almeno l’interno del bagaglio lo vogliamo lasciare immacolato? Non sia mai che ci si metta dentro qualsiasi cosa sia stata contaminata dal contatto con una superficie diversa da quella dell’interno della valigia stessa. Ci sono le buste apposta per isolare i germi.

So benissimo che al ritorno la valigia andrà alla zona lavaggio ma io c’ho sta fissa.

Allo zaino concedo di infettarsi. Quello finirà proprio al candeggio.

5.Le regole per combattere la fame

La colazione non è solo la possibilità per affinare il palato con nuovi sapori. No, è pranzo e cena insieme. Se mi sono rimpinzata per bene, passerò direttamente al pasto della mezzanotte.

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6.Emozionarsi

Gioia, commozione, groppo in gola. Mentre gli occhi provano a saziarsi attraverso l’esplorazione di mari, monti e città, arrivano inaspettate le emozioni. Ricevere un sorriso, un grazie, un aiuto. Ascoltare una canzone, essere parte di un gruppo di persone che entrano a far parte della tua vita per brevi istanti. Scoprire che i bambini sono uguali a prescindere dalla cultura, che fanno le spie mentre giocano a nascondino, che fanno i capricci, che ti salutano come se si fidassero del mondo intero. Vivere, respirare, camminare, sentire la stanchezza e volere, volere andare avanti, voler vedere cosa c’è dopo.

Ecco, sono emozionata anche adesso. Solo perché nella mente ho immaginato una serie di ricordi che più mi hanno commossa. Verrà il giorno in cui ve ne darò conto.

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Ringrazio di cuore Claudia di VocedelVerboPartire per avermi fatto conoscere l’iniziativa di thedazbox, mente del tag #travelrules. E ne approfitto, Claudia che ringrazia me è una di quelle cose che mi ha tanto fatto felice.

Fare blogging regala la gioia di condividere esperienze, pareri e sostegno con persone che si ha voglia di incontrare. Il bello è quando le cose si fanno possibili, nonostante le distanze.

Vi invito a partecipare numerosi all’iniziativa di thedazbox. Potreste dare utili suggerimenti a noi altri che vi leggiamo.

Le regole? No, non mi fate fare il copia e incolla. Scopritele attraverso i blog fin qui citati.

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My #Travelrules

Exept for the list of things to pack in the suitcase, anether of the travel stops and the shopping list, I’ve never written the rules to be a perfect traveler.

After years of continuous reinterpretations of my implicit rules, I’m ready to write about my ways of doing that characterize me when I’m discovering the world.

1. Every thing must be under my supervision

When I travel, I make sure that everything is under control to avoid the panic of the last second: suitcases, documents, my journey book…

2.No panic

Patience is a rule not to forget. If I loose my temper, I can be more rude than usual. In those moments, I could throw my rough guide. And it’s better if my husband doesn’t use a word out of place!

3. Always know where I’m going
 
When I travel, I always know where I have to turn, go straight, and when to stop. This is possible thanks to Google Map, satellite version.
When I’m lost, the locals help me. But I think: “Can you speak slowly?”
My father’s right, it’s better to communicate with hands.

4.War on the bacteria in progress
 
I don’t think that my luggage will become a roll of cellophane but this is not a good reason for soiling it. I ask to the employees of the airport, to treat my suitcase with respect. I know, it’s hard. But at least the inside of the luggage… do we want to leave it immaculate? Never contaminate it trough the contact with a different surface to the interior of the suitcase itself. So I use a lot of bags to isolate the germs, even if I’ll wash it when I’ll be at home.

Ah, my backpack can be infected. It’s intended for bleaching!

5.The rules to beat my hunger
 
Breakfast is not only the opportunity to hone our palate with new flavors. No, it’s lunch and dinner together. Thanks to breakfast, my next meal will be directly at midnight.

6. Have emotions

Joy, emotions, lumps in the throat. While I try to satiate myself through the exploration of seas, mountains and cities, here’s the unexpected emotions.
To get a smile, a thanks, a hand. Listen to a song, meet people for a few seconds of my life. Discover that children are equal regardless of cultures.

To live, breath, walk, feel fatigue, see the world.

My memories move me even now.
One day I’ll write about them.

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Thanks Claudia (her blog’s VocedelVerboPartire), for introducing me to the initiative of thedazbox (with the tag #travelrules).

And I take this opportunity, also the thanks of Claudia make me so happy.

Having a blog gives the joy of sharing experiences, opinions and support with people that you want to meet.

Well, I invite you to participate in the initiative of thedazbox.

The rules? Please, don’t make me do cut and paste. Discover them through thedazbox .

 

12 Replies to “#Travelrules: le mie regole di viaggio”

  1. Ma dai Tiziana! Alla fine mi hai fatta piangere come una bambina. La meraviglia di quella frase sulle emozioni…ho avuto i brividi, perché l’ho sentita in pieno.E dire che fino al momento prima ero lì che me la ridevo di brutto, soprattutto immedesimandomi in te, nell’attentato con guida contro il marito che ha “pensato” la cosa sbagliata.
    Oh, la colpa ovviamente è dei mariti! Perché la pazienza è virtù di pochi (io ad esempio ero in fila per il latte di vipera, durante la distribuzione), perciò sono i nostri maschietti a dover calcolare quello che dicono, pensano, o fanno passare attraverso un’espressione.
    Ma lo sai che anche il resto coincide con molte delle mie rules? Una che non ho scritto, ma che condivido e sottoscrivo, è quella dei batteri.
    Santa pupazza, la lotta inizia fin da casa, quando devo fare la valigia, ma la valigia non deve toccare da nessuna parte! Guai! Allora stendo un telo che riparano il letto, poi il telo, una volta fatta la valigia, finisce nel disinfettante in lavatrice. Stessa cosa al ritorno. E tutto quello che sta dentro la valigia, finirà comunque a 2000°. Si salva solo ciò che è rimasto nei sacchetti e non è entrato in contatto con qualcosa fuori. Per tutto il resto ci sono Napisan, Amuchina e compagnia bella, ahahahahah!
    Mia cara, grazie per avermi dedicato quel bellissimo pensiero finale. L’ho apprezzato tanto. Ma siete tu e tutti gli altri a meritare un grazie galattico per tutto il vostro aiuto. Di cuore!
    Baci,
    Claudia B.

    1. Che cara che sei! C’ho un bel sorriso stampato in faccia, sai? Ma poi, t’ho detto, mi immagino molto simile a te, non di viso (e il che è buon per te) ma proprio nel modo di essere. Se sei timida stiam appost, separate alla nascita. Ma pure i nostri mariti, per quanto “torto” abbiano, saranno tutti e due brave persone.
      Scus… ma il latte di vipera??? Non sapevo che avesse le mammelle (Ahahahahaah). 🙂
      Ciao Claudia! Ti abbraccio fortissimamente.

  2. E’ bellissimo scoprire che siamo una community di viaggiatori molto simili! Quasi mi posso specchiare nelle regole di viaggio di tanti di voi 😀 anzi, trovo altrettanto divertente rivedere gli stessi miei difetti, le stesse manie, le stesse guide di viaggio (e similari) usate come armi improprie 😛
    Bellissima l’ultima rules 😉
    Dove si compra il latte di vipera? Lo vorrei fresco e possibilmente intero, non scremato!

    1. Tu sei d’ispirazione però… quella storia della webcam. Pensa alle torture che potrei dare a qualcuno.
      Comunque ho notato che la mania dei batteri ce l’abbiamo in tanti. Come è possibile che siamo così tanto amanti dei viaggi se non siamo disposti a sporcarci le mani??? La risposta è che nonostante tutto lo facciamo.
      Il latte di vipera. Pure io vorrei saperlo. Ero rimasta al liquore di chissà quale serpente. Ma il latte mi mancava. Clà ma ndò lo si compra?

  3. Sono tanto d’accordo con le tue parole! Questa community mi ha dato tanto e ad oggi sono felice di poter dire di farne parte… Grazie a questi tag, ai commenti, alle chiacchiere su Twitter ho conosciuto, anche se solo virtualmente, persone dolcissime, altre davvero divertenti… viaggiatrici che scrivono facendomi emozionare ed altre che stimolano la mia voglia di conoscere!!
    Chiuso il momento lacrimuccia…
    Ma io ti prendo con me in valigia nel prossimo viaggio! Sei così organizzata che finalmente sparirebbero tutti i “dov’è il foglio del
    Volo?!” “L’avevi tu nello zaino!” “Io?!? Mai nemmeno visto…”
    un bacione!

    1. Dai! Sei disposta a partire con me anche a costo dei momenti “sto per lanciare la guida per aria”?
      Bello il tuo momento lacrimuccia. Non potevi esprimere meglio il senso della community che prima o poi, se non molliamo, potrebbe non essere più solo virtuale.
      Bacioni a te Giulia! 🙂

    1. Anche io sono sollevata da questa condivisione di modi di fare. Proprio con noi si viaggia sicuri, no?
      Eeehm, anche la questione “fissa per la pulizia” ho notato che va molto di moda. Una contraddizione con quella che ritengo debba essere la preoccupazione minore per un viaggiatore. Evidentemente ne abbiamo viste di cose, motivo per cui o ci si rassegna o si evita. Non so se hai capito cosa voglio intendere. Credo di non essermi spiegata bene.
      Ciao Silvia. 🙂

  4. Quanta verità nella regola n. 6 ?
    Alla fin dei conti, ci sono certe cose che accomunano la categoria, leggendo le varie travel rules la PROGRAMMAZIONE è regnata sovrana! E il No panic? Se penso che 2 settimane fa da Londra stavamo per andare a Cambridge invece che a Stansted ancora mi viene da ridere! (anche se lì per lì dalla fronte di manager ho visto scendere gocce di sudore….)
    Un abbraccio
    Erica

    1. Il momento “no panic” è un classico. Le sorprese inaspettate, i cambi di programma all’ultimo minuto, gli imprevisti… Quando arriva lo sclero va via la ragionevolezza. Ecco perché amo programmare. Riduco le probabilità di impazzire. Per carità, siamo umani e non computer. I contesti poi sono pure suscettibili e quindi, facciamo quel che si può. Vi immagino mentre voi cambiavate inconsapevolmente destinazione. Cose che capitano nei migliori film!
      Ciao Erica. Grazie per aver lasciato il tuo commento! 😉

  5. Quindi dividi i vestiti in sacchettini, giusto? Ma non ho capito, ti è successo di ritrovare l’interno del bagaglio da stiva in disordine o parli di quando ti aprono il bagaglio a mano per controllare qualcosa?
    E curiosa la storia della colazione!

    1. Si, i vestiti “sporchi” (diciamo così) li metto in quarantena nei sacchetti. Il bagaglio (quello da stiva) invece, lo trovo sciupato all’esterno. Graffi e macchie, intendo. Insomma, perde il suo “verde pulito”.
      La colazione, lo so, è il mio fatto curioso. Non dico che mangio a rimpinzarmi ma io, abituata al solo caffè, che mangio come fossi a pranzo… Sto bene fino a sera, quando la fame si fa sentire all’improvviso.

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