Greenwich, è per me quasi come Montmartre a Parigi: un’oasi di pace e tranquillità in una delle più celebri città del mondo.

Greenwich, Londra
Greenwich, Londra (da Pixabay.com)

Villette a schiera dove finalmente riesci a vedere gatti appisolati, stretti vicoli, tranquillità, silenzio e tanto verde… ecco cosa amo di quest’angolo inglese.

So già che starete certamente pensando al Meridiano di Greenwich. In effetti è il motivo che, in quel di Londra, mi spinse fino a lì.

Per raggiungerla vi sconsiglio il treno (che pure mi permise di passare per le Docklands). Riuscireste ad utilizzare la sola Oyster Card ma non potrete evitare i numerosi cambi a cui io sono sopravvissuta grazie alla guida di un ragazzo francese, stabilizzatosi a Londra per lavoro.

Molto meglio pagare una cifra sommaria e percorrere via Tamigi la tratta da Westminster Pier (ai piedi del Big Ben, per intenderci) fino a Greenwich Pier (e viceversa).

Comodamente seduti sul battello, avrete occasione di ammirare le bellezze londinesi che danno sul fiume, il quale, a  dirla tutta, quanto ad acque cristalline, non ha nulla di che invidiare al Mekong.

Navigando per circa 13 kilometri, avrete la prospettiva via fiume sui ponti, tra i quali il Tower Bridge, la Torre di Londra, il teatro di Shakespeare, la Oxo Tower, la Dixie Queen, St Paul Cathedral, il Tate Modern.

Lungo il Tamigi

E arrivati a Greenwich? Prima di arrivare all’ampia distesa di verde con il groviglio di strade che giunge fino alla celebre linea immaginaria (il Meridiano), passerete a trovare il Cutty Sark (il veliero  che anni fa subì un incendio) e  scruterete l’Old Royal Naval College, il Queen’s House, il National Maritime Museum… tutte cose che nella mia mente hanno, per la verità, un ricordo molto sbiadito (eccetto il Cutty Sark).

da www.rmg.co.uk

Le mie forze mentali devono essersi raccolte per far restare vivido il ricordo dell’Old Royal Observatory, che permette l’accesso al Meridiano 0. La gente si mette pazientemente in fila per farsi fotografare con i piedi sulla linea che separa i due emisferi e che qui, finalmente, è lungi dall’essere immaginaria. Perfino non si lascia intimorire dalla casa di mattoni che per le occasioni si fa letteralmente in due.

E poi c’è il cronometro di Jhon Harrison, il genio capace di risolvere la questione legata al calcolo della longitudine.

Io, dal canto mio, continuo a sognare quella casetta immersa nel verde, tra scoiattoli che reclamano noccioline e reticoli di linee immaginarie che del meridiano O ne fanno un punto riferimento.

da www.rmg.co.uk

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Along the Thames, towards Greenwich

 

For me Greenwich is like Montmartre in Paris: an oasis of peace and tranquility in one of the most famous cities in the world.

Terraced houses with cats, narrow alleys, silence and green parks … that’s what I love about this English place.

I know you’re thinking of the Greenwich Prime Meridian. In fact, I went to this corner of London just for it.

To get there, I can’t recommend the train (even if it allows you to go through the Docklands).

Sure, you’ll be able to use just the Oyster Card but you need to change a lot of trains (I survived thanks to a French boy, who worked in London).

So, it’s better to pay a ticket for the boat from Westminster Pier (near the Big Ben) to Greenwich Pier.

Along the Thames, you’ll see the beauty of London from another point of view: the bridges (for example the Tower Bridge), the Tower of London, Shakespeare’s Globe, the Oxo Tower, the Dixie Queen, St Paul’s Cathedral, the Tate Modern.

 In Greenwich, you’ll see the Cutty Sark (the ship that years ago it suffered a fire), the Old Royal Naval College, the Queen’s House, the Maritime Museum National … Then, through the tangle of roads of the Greenwich Park, you’ll go to the famous imaginary line: the Prime Meridian. 

The Old Royal Observatory allows access to the Meridian. Here, all people are lining up for a selfie on the famous line that divide the Earth in two hemispheres.

There are also a Planetarium and the stopwatch of Jhon Harrison, the genius who solved the problem relating to the calculation of longitude. But this is too complicated for me.

I’d rather imagine that little house surrounded by greenery, squirrels who want peanuts and lattices of imaginary lines that consider the Meridian Prime as their reference point.

 

2 Replies to “In battello sul Tamigi per andare a Greenwich”

  1. Anche l’interno della casa è diviso in due? Che figata! E che figata anche l’arrivo via Tamigi, non hai le foto del veliero Cutty Sark? E’ visitabile? *_*
    C’è stato un periodo in cui mi piaceva costruire i modellini in legno di velieri e galeoni solo che la mia gatta li faceva puntualmente cadere dalla mensola. Praticamente avevo una collezione di relitti che potevo vendere come pezzi unici da mettere negli acquari! ^_^
    Fino a qualche anno fa avevo ancora la Nina della piccola flotta di Colombo. La polvere ed il trasloco hanno poi decretato la sua fine 😛
    Ciau!

    1. Vuoi la verità? Ebbene. Il Cutty Sark, quando sono stata a Londra, era andato a fuoco pochissime settimane prima. Una sfiga, guà. Questo ha fatto sì, tuttavia, che il suo ricordo sia rimasto vivido. Ma poi questa tua vena da artista che sto scoprendo negli ultimi tempi… ma perché non la ritiri fuori? Perfino la tua gatta era gelosa tanto che per dispetto te li faceva cadere. Le tre caravelle di Colombo io le adoro.
      Riguardo la casa divisa a metà, l’ho vista così solo nelle cartoline e perfino sul web non è semplice trovare foto. Ma forse te la stai immaginando pure tagliata in due come un corpo diviso a metà da un mago illusionista. Noooo, è più semplice la cosa. Come se aprissero una finestra.

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