Ho finalmente iniziato a scrivere l’agenda del nuovo anno.

Ne ho fatto un planner per organizzare i giorni a seguire, sebbene ultimamente la quantità di impegni è cambiata rispetto a qualche settimana fa.

Ho messo via (e mi viene in mente la canzone di Ligabue, che pure è una delle mie preferite) tutto quello che ormai si era coperto di negatività.

Non è stato per niente facile lasciare andare tutto quello che era diventato parte di me da molti anni a questa parte, soprattutto se il vuoto lasciato si riempie di sole incognite per i giorni a venire.

Da qualche parte ho letto che non tutti i mali vengono per nuocere. Così chi resta senza lavoro (e mi pare ovvio che il mio problema sia attualmente questo) ma ha comunque accanto chi ha la pazienza e la bontà di sostenerti, economicamente soprattutto, ha davanti la possibilità di ricaricare le energie perdute e reinvestirle in nuovi progetti.

Se vi state chiedendo che cosa abbia fatto di male per meritare quanto mi è accaduto, sappiate che non ho fatto nulla che non sia stata una mia chiara intenzione. Coscientemente con tutto ciò che comportava lavorare, la scelta più naturale era quella di lasciar scivolare dalle mie mani qualcosa che non mi rendeva più soddisfatta. Non ero più motivata, non ero più compresa né felice.

Il lavoro dei sogni, quello che per ora è “a chiamata”, tanto per intenderci, lo conservo stretto. Sarà sempre la mia ragione di vita.

Ora che ho lasciato andare ciò che era ormai fonte di malessere, non mi resta che mettere ordine e concentrarmi sulle mie passioni, quelle capaci di ridarmi gioia e motivazione.

Ricomincio da me, senza pensare troppo al giudizio altrui, senza timore di sbagliare o di perdermi.

Ricomincio da zero ma ricomincio.

 

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Starting from me

I finally started writing my notebook of the new year.

With it, I made a planner to organize my days, although I have no more the same commitments that I had until last month.
I put away (as a Ligabue’s song, one of my favorites) everything that it had become negativity.

For me it wasn’t easy to let go of all that had become part of me, especially if now the void is full of unknowns.

I know that there is nothing so bad that it’s not good for something.

So, if someone is out of work (obviously now my problem is this) but there’s who is behind you, especially economically, I think there’s also the possibility of recover lost energies for new projects.

As far as I’m concerned, considering all that entailed my old job, the natural choice was to decide to stop working. I was not motivated or happy.

However, I still dream my ideal job (that it’s precarious now). It will always be my reason for living.

From now on, I’ll focus on my passions, those able to give me joy and motivation.

I’ll start from me, without thinking about the judgment of others, without fear of making mistakes.

I’ll start over but I start.

 

 

7 Replies to “Ricomincio da me”

  1. E io faccio il tifo per te Tiziana. Perché sono passata già qualche anno fa da quella porta, e posso dirti una cosa? Non c’è nulla di male a lasciarsi alle spalle ciò che non sentiamo più nostro. La vita di ogni giorno non dovrebbe andarci stretta.
    E’ vero che lottare per restare è sintomo di forza, ma lo è anche rendersi conto che l’infelicità e l’insoddisfazione non possono diventare la nostra unica ragione di vita.
    Restare e lottare, andarsene e ricominciare, richiedono comunque determinazione e coraggio. Non credere mai a chi ti dice il contrario! Lotta per difendere le tue posizioni!
    E non sentirti mai ad un gradino più in basso perché sei senza lavoro: io sono giovane e casalinga da sette anni ormai, ma non c’è stato un giorno in cui mi sia sentita inadeguata, non degna, sbagliata; e non ho permesso agli altri di farmici sentire.
    Siamo prima di tutto persone leali e corrette, con noi e con il mondo; ciò che scegliamo per le nostre vite non deve essere motivo di critica; chi lo fa non ha evidentemente una vita così appagante.
    Un abbraccio Tiziana!
    Claudia B.

    1. Ma che belle parole mi scrivi! Mi sei di conforto, di sostegno. Fungi da forza, da esempio.
      Penso che spenderò meglio le mie energie. Le stavo sprecando per nulla, anzi no, per mortificarmi, come direbbe mia nonna. Ora mi risistemo il percorso a mio piacimento. Ti abbraccio fortissimamente. Grazie Claudia!

  2. La penso esattamente come Claudia. Se la situazione precedente ti causava tanto malessere (e in più era improduttiva) hai fatto benissimo a lasciartela alle spalle.
    Ci hanno costretti a snaturare la voglia di sognare un futuro, voglia propria dell’essere giovani ed è la cosa più schifosa che potevano farci.
    Il giudizio altrui è l’ultima cosa a cui devi pensare, fidati. Siamo gente del sud e sappiamo benissimo che gli altri parlano a prescindere: “come fai fai sbagli”!
    Faccio anche io il tifo per te Tiziana, a me le pagine bianche delle agende hanno sempre fatto paura ma in questo caso è un ottimo inizio! Inboccallupo per tutto!
    E se qualcuno ti infastidisce dimmelo che lo aspetto sotto casa 😉 Scherzo…ma se posso fare qualcosa nel mio piccolo sono qui! 🙂

  3. Che cara Daniela. Tu già fai molto. Sei la crocerossina un po’ di tutti. Credo che ti adotteremmo in tanti come “sorella Orsa”. Non posso far altro che ringraziarti infinitamente e ricambiare col cuore la tua presenza.
    Girare la pagina dal passato ad oggi mi è costato non poco male sangue ma facendo due più due era l’unica cosa logica che potessi fare. Se penso a tutto quello che ci si sente costretti a fare per quattro soldi… magari penso pure a chi lavora nei campi per pochi euro all’ora, tra veleni, caldo, freddo. Devo ammettere che scrivere è una di quelle passioni di cui non mi sono mai stancata, sin da quando ero bambina. Per questo il blog mi ha permesso di non trovarmi completamente impreparata davanti alle giornate che altrimenti avrei percepito come vuote. Di certo, con questo post mi sono rivelata capace di essere un libro aperto, cosa non proprio da me.
    Perciò, vi dico, mai smettere di sognare. Ciao Daniela!

  4. Un lavoro che non ti rende felice è una cosa che non è semplice né da sopportare né da lasciar andare. Anche io mi sono trovata in una situazione in cui il mio lavoro non faceva più per me: ci ho pensato a lungo, per mesi, e alla fine me ne sono andata. Ora faccio un lavoro molto meno “glamorous” e meno pagato di quello di prima, ma la verità è che a volte quello che agli occhi di tutti sembra bellissimo, poi non lo è. Sei stata coraggiosa, e ti meriti di trovare ciò che ti fa stare bene.
    Un abbraccio.

  5. Grazie Silvia. Vi sento vicine, talmente tanto che spero che i nostri pensieri possano essere di sostegno morale a chi sta vivendo male la mancanza di lavoro. Lasciarsi andare non aiuta ad andare avanti.
    Ti abbraccio forte. Tiz

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