Credo che le fiabe de “Le mille e una notte” abbiano fatto in modo che io subissi sin da bambina il fascino delle atmosfere arabe.

Paesi bianchi in mezzo al deserto, cammelli, cupole tondeggianti, donne dagli sguardi magnetici, danze e musiche con un carattere proprio… la immaginavo così nelle fiabe, fiabe dentro cui mi ci sono trovata senza mai pensare fosse possibile.

Amman doveva essere solo il punto di passaggio per Petra prima, per la Thailandia poi.
La preoccupazione di chi sulla Giordania ha il concetto che sia sopraffatta dai problemi dei Paesi circostanti era solo nebbia mandata subito via dalle strade popolate della città giordana.
Le foto non le rendono giustizia, le mie parole non possono farvi respirare l’accoglienza della gente di Amman.

La città bianca di Amman si sviluppa in verticale, come case disposte a schiera che circondano tutt’attorno la grande bandiera giordana che sventola fiera. Per le vie si diffondono le preghiere dei muezzin; sembra che una magia incantevole pervada ogni cosa.

La gente è accogliente, tanto. Non c’è nessuno che non ci abbia detto “welcome in Jordan”. Non c’è nessuno a cui non siano brillati gli occhi nel sapere che venivamo dall’Italia.
L’Italia. Voi non immaginate quanto la gente, qui, ami l’Italia, bella per il cuore di chi tende la mano senza nulla in cambio. I medici, le associazioni di volontariato, per esempio, impegnate nelle zone più complesse del mondo mediorientale.



Amman risuona di preghiere di musulmani, musiche tipicamente arabe (non c’è n’è una che sia occidentale), di voci al mercato della frutta, di passi di donne avvolte da un velo talmente discreto che mi ricorda il fazzoletto che mia nonna usava portare attorno alla testa.

Amman è un caleidoscopio di sorrisi di bambini che vogliono che tu scatti loro una foto, di sapori fortemente speziati, di salite e discese, di arte fatta con la sabbia, di gente che ti fa entrare nelle moschee mostrandoti grande rispetto, di occhi scuri che fa tanto Mediterraneo, di pelle abbronzata, di negozietti affollati tanto che capisci dove si mangia bene.
Trovare i posticini affollati è l’indizio per non perdere le delizie di Giordania. Da Habibh, per esempio, potete assaggiare il Kanafeh, un dolce fatto di formaggio ricoperto di spezie.
Adoro le specialità giordane.


La Moschea blu, attorno alla quale immagineresti il tappeto volante di Aladino, è bellissima, come pure il paesaggio tutto intorno alla Cittadella, dove la storia rende più antica la città.

Raimbow Street pullula di giovani con ghilè da fumare, pasticcerie, locali dove trascorrere la serata. E poi c’è la zona attorno alla Moschea di Re Hussein, dove la tipicità del luogo si eleva alla massima potenza.
E c’è la gente, ancora, come sempre. La gente capace di rendere indimenticabile un luogo.
I cittadini di Amman mi hanno fatto sentire a casa. E mi hanno insegnato la bellezza intrisa nella parola “welcome”.
Volete sapere se mi sono innamorata di Amman? La risposta è si.

Informazioni utili
- Un dinaro giordano vale circa 1,25 euro
- Per entrare in Giordania occorre pagare un visto di 40 dinari
- All’aeroporto di Amman è possibile acquistare il Jordan Pass (circa 80 dinari) che dà accesso a oltre 40 attrazioni giordane tra le quali Petra.
- Per raggiungere Petra dalla città di Amman, è possibile utilizzare l’autobus JEET, al prezzo di circa 20 dinari (andata e ritorno).



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Amman: welcome in Jordan
Ever since I was a child, I discover the charm of the Arab atmospheres, thanks to the fairy tales of “A Thousand and One Nights”.
White villages in the desert, camels, rounded domes, women with alluring gaze, dances and music with a tipycal character … It’s like a fairy tale.
Amman was to be the point of passage to Petra and then to Thailand.
The concern of those who think Jordan is overwhelmed by the problems of the neighboring countries, was wiped out like fog by the populated streets of the Jordanian city.
Photos don’t show it, my words can’t describe the warmth of the Amman’s people.
The white city of Amman is spread vertically: the houses are arranged around the large Jordanian flag, that flying proud. The prayers of the muezzin resonate in the streets; it looks like an enchanting magic that pervades everything.
People are friendly, so much. There is no one who has not told us “Welcome in Giordany” and all eyes glittered when we told we are Italian.
Italy. You can’t imagine how much people, here, love Italy. Our doctors, all voluntary associations, they tell, are engaged in the most complex areas of the Middle Eastern world.
The Muslim prayers, the typically Arab music (there are no Western songs), the fruit markets, the steps of women wrapped by veils so discreet that remind me of the handkerchief that my grandmother used to wear on her head.
Amman is a kaleidoscope of children’s smiles that want you make a picture, of spicy flavors, of art made with sand, of crowed shops with good food.
The crowded shops are the clue to not lose the delights of Jordan. At Habibh, for example, you can taste the kanafeh, a cake made of cheese coated with spices.
I love the Jordanian specialties.
The Blue Mosque, around which you can imagine the flying carpet of Aladdin, is beautiful as well as the landscape that you can see from the Citadel, the oldest part of Amman, so steeped in history.
Rainbow Street is full with young people that smoke their Ghile, pastry shops, places to spend the evening. And then there is the area around the Mosque of King Hussein, so typical.
And there are people, again, as always. People are able to make a place memorable.
The citizens of Amman made me feel at home. And they taught me the beauty of the word “welcome”.
Yes, I like so much Amman.
Usel Information:
– A Jordanian dinar is worth about Eur 1.25
– The Jordanian Visa is 40 dinars
– At the airport of Amman, you can buy the Jordan Pass (about 80 dinars) which gives access to over 40 attractions such as Petra.
– From Amman, you can go to Petra by the JEET bus ( about 20 dinars – round trip)
Ho appena fatto leggere il tuo articolo al mio compagno, che ad Amman è andato diverse volte per lavoro: adesso si è fatto prendere dalla nostalgia e sta cercando le foto della città sul cellulare 🙂
Dai! Che bella cosa hai scritto!
Amman non è la classica Londra o Parigi. Ha semplicemente un fascino tutto suo, dato dal fatto che è diversa dai luoghi tipicamente europei a cui siamo abituati. Però se Petra è tra le destinazioni di viaggio, Amman vale un tuffo nelle atmosfere mediorientali, più di quanto riuscirebbe proprio a Petra.
Ciao Silvia! 😉
Le ho quasi sentite tramite le tue parole le preghiere e le musiche arabe *_* che meraviglia! Gli arabi sono stati precursori in tantissime cose, questa civiltà millenaria non può altro che insegnarci quasi a vivere…se solo si affrancasse da certe “situazioni”. Avete girato Amman a piedi? Come vi spostavate dai luoghi di interesse all’albergo? Sono una curiosona! ^_^ Bellissimo quel soggetto da Street Art! Bellissima anche la tua espressione mentre guardi la foto di Petra hahahah era prima o dopo averla vista Live? 😛
Che darei per provare un narghilè autentico!!!
Notte sorè! 😉
Ciao sorè! Ti dico subito che nel brevissimo tempo (purtroppo) ad Amman, abbiamo fatto hotel-centro e centro hotel in taxi (non c’è altro mezzo e passano in continuazione in ogni dove e ad ogni ora). Ben inteso che l’unica zona visitata da me è stato giust’appunto il centro fino ad arrivare a piedi alla cittadella quando, però, era sera. I punti di interesse son tutti abbastanza concentrati.
Visto che bello il tipo dipinto sul muro? C’erano altri soggetti ritratti sullo stesso muro, a Rainbow Street.
Io con quella espressione sognante… ancora non avevo visto Petra.
Di Amman ricorderò sempre con tanto affetto quel “Welcome in Jordan” che tutti, tutti coloro che ci hanno fermato, ci dicevano. Credo che dare il benvenuto sia radicato nella loro cultura.
Vorrei anche dire che a parte noi non ho visto altri turisti gironzolare per strada. Questo mi ha dato un’emozione in più. Ah, e i muezzin… che magica atmosfera. E poi al mattino, 4:30-5:00 (non ricordo esattamente) questa voce che “danza” nell’aria. No vabbè, altro che “din don dan” delle campane. Ti cullava quella voce.
E non da ultimo vorrei citarti la lunga chiacchierata con la signora gentilissima di un ristorante di Petra. A fare lunghi discorsi sulle usanze delle nostre rispettive religioni. Tipo il fatto che il muezzin richiama alla preghiera… proprio come le nostre campane ci invitano ad andare a messa. E tipo il fatto che chi è più attento da andare in preghiera tutti i giorni sono gli anziani (piuttosto che i giovani)… proprio come da noi. Tu, alla messa delle 6:30 A.M. chi ci trovi se non le nonne?
😉 Ho delucidato, sorè?
Si si tutto chiaro! 🙂 E comunque alle 6:30 manco le nostre nonne ci trovi più! E forse neanche il prete…
Insomma i Giordani sono un bel popolo!
Notte 🙂
Senza dubbio! Meravigliosi loro! E pensa, ne ho di altre cose da raccontare (vedi già il post nel post…)!
Che Paese straordinario! Mi affascina moltissimo la Giordania. Amman sembra davvero fiabesca 🙂
Si, Roberta. Certamente l’atmosfera non è tipicamente europea. Ma è quell’accoglienza a renderla speciale.