Provo a zittire la stanchezza di fine giornata, la paura che i sogni si facciano illusioni, l’inutilità di pensieri che limitano la libertà d’essere.
Se lo schermo del PC fosse un foglio, forse potreste vedere anche il segno di una lacrima passeggera, nata nell’istante in cui ho messo a fuoco ciò di cui manco.
Vorrei vedere solo colori. Vorrei avere le mani piene di me. Vorrei poter dare. E si, vorrei lasciare un segno, piccolo ma bello.
Vorrei avere coraggio.
Se avessi coraggio non sarei ferma a un semaforo verde. Sarei ovunque e avrei un sorriso per il mio peggior nemico.
Se avessi coraggio non avrei timore di fare i conti con la mia rabbia. Piuttosto avrei la forza per mettere una pietra sul rancore e ricominciare.
Se avessi coraggio non mi arrenderei. Griderei con tenacia ciò per cui vivo e saprei come far valere le mie ragioni.
Se solo non esitassi a essere chi desidero essere, starei in giro per il mondo come un artista di strada che con la sua musica basta a se stesso, accontentandomi di quanto la giornata avrebbe in serbo per me.
Avrei il coraggio di mollare gli affetti consapevole che saprei come superarne la mancanza, sicura che presto mi perderei ancora nell’ennesimo abbraccio che oggi, non ho nemmeno il coraggio di cercare.
Se fossi serena, se fossi sicura, se fossi.
Restiamo sui congiuntivi dimenticando che esiste anche l’indicativo.
Mi stimo e m’incoraggio
Credere a se stessi è più difficile che credere all’ennesima fregatura dei bugiardi che ti hanno già mentito più d’una volta.
Più di tutte la timidezza. Più di tutti il sentirsi soli, il non tenersi stretta la tenacia. Più di tutto il lamento, quello che ci fa perdere il controllo sulla fiducia.
Per ricominciare a vedere i colori basta accettare che nel kit da pittore ci sono anche il grigio e il nero, utili a colorare ombre e contorni.
Dopo tutto basta convincersi che non serve rischiare di illudersi per essere felici e che perdonare ci alleggerisce. Si può dare, si può sorridere, dimenticare, essere nel mondo… semplicemente … provandoci.
Provare, provare, provare.
Vuoi vedere che strada facendo scopri quanto ne è valsa la pena?

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I believe in me
Shhhh.
I try to shut out the end-of-day tiredness, the fear that dreams turn into illusions, the futility of thoughts that limit the freedom of being.
If the PC screen was a sheet, maybe you could see the mark of a passing tear, born in the instant when I thought about what I miss.
I’d like to see just colors. I’d like to have hands full of me. I’d like to give, to make a mark, small but nice.
I’d like to have courage.
If I had the courage, I wouldn’t be stopped at a green light. I’d like to be anywhere, to have a smile for my worst enemy.
If I had the courage, I shall fear no my anger. I’d rather have the strength to put aside my resentment.
If I had the courage, I wouldn’t quit, I would be shouting tenaciously all my reasons, I’d be traveling in the world as a street artist, full of his music.
I would have the courage to overcome the lack for my affections, sure that soon I would be in their embrace.
If I was …
I’m writing using the imperfect subjunctive, forgetting that there is also the indicative mode.
Believing in yourself is harder than believing in the liars that have lied more than once.
More than all the shyness, the feeling to be alone, the tenacity that slips through the fingers. More than all the moaning, what makes us lose the trust.
To start again to see the colors, you need just accept that the painter uses also gray and black, useful for shadows and outlines.
Convince yourself that you do not need to risk for a delusion to be happy and that to forgive, frees you. You can give, you can smile, forget …
So… try, try, try.
Maybe, along the way, you’ll discover it was worth it.
Questo post grida la tua rabbia. E la grida forte.
Ma cosa ti recrimini Tizià? Ti conosco solo virtualmente ma il mio istinto di “Orsa” mi dice che sei speciale, come la tua valigia e come la tua terra. Anzi, non c’è neanche tanto bisogno di istinto…si legge fra le righe! 😉
In un’altra vita dipingevo anche io e quando mi recavo a fare compere nel negozio che vendeva articoli di belle arti, l’anziano commerciante mi diceva sempre: “i colori non si usano mai assoluti ma vanno spezzati e “controllati” con il nero. Il nero è la base di tutto”.
Ero una ragazzina e non afferravo il concetto. Ma ora si.
Pazienza, il nero c’è e ce lo teniamo un po’ in giro dappertutto.
Ti stimo e t’incoraggio, sorella!
Tanta serenità 🙂
Ah! Che cara! I tuoi commenti mi portano taaanta serenità. Mah, io credo che la mia rabbia sia il motore che mi muove. E quella timidezza… a un certo punto non sai quanto stanca!
Che mi recrimino? Di essere troppo sotto controllo. E alla fine di non saper essere davvero sotto controllo. Mi sfuggo di mano. Ma vabbè, certe volte entro nel momento lagna, poi nel momento nostalgia e poi in quello simpatia, che mi piace di più. Si può tornare ad agosto che me ne vado di nuovo in Thailandia?
Bella la storia dei colori! Me la devo scrivere davanti al letto, così la leggo all’inizio e alla fine della giornata!
Tanta stima a te, sorella!
Io credo che ci voglia coraggio per mettere nero su bianco certi pensieri.. ! 🙂
Quindi sono sulla buona strada. Mi sento come il leone del mago di Oz: desiderava essere più coraggioso, inconsapevole di quanto il coraggio fosse già nel suo animo. 😉
Esattamente!! Beeen detto!!
Tizzi, il nero usalo ma solo per una ragione: perché tutti gli altri colori li hai già dentro di te.
Ti abbraccio,
Cri
Si, Cris, lo userò per mettere a fuoco i contorni di tutto il resto, che vedrò a colori… di riflesso a quelli dentro di me. Quali colori? Rigorosamente quelli dell’arcobaleno, che poi sono anche i miei preferiti.
Ti abbraccio anche io, Cris! Oggi ti pensavo! Devo recuperare un bel po’ di tuoi post. 🙂
Ciao, piccola donna piena di meraviglie! Come fai tu a dire “se avessi coraggio”? Davvero mi stupisci ogni volta!
Secondo me dovresti ripartire dal titolo di questo post, guardarti bene allo specchio e vedere quanto sei bella, piena di idee e di qualità, coi tuoi colori, i sogni, la voglia di fare qualcosa.
Il coraggio già ce l’hai, lasciatelo dire. E non solo quello.
Un abbraccio grande
Eh, eh. Qui volete farmi commuovere! Mi lusingate, davvero. Ma certo, tu, più di tutti, m’hai conosciuta e sai i quali grilli mi frullano nel cervello. Eppure il semaforo è verde, come Frida, come il vestitino della bambina che disegno… ma non ci passo oltre. C’è un ingrediente che manca. Sarà mica che è semplicemente il momento giusto? Bah.
Grazie per le belle parole. Ti abbraccio forte anche io! 🙂