Avete mai trascorso mezza o addirittura un’intera nottata in aeroporto?
A me è capitato di avere orari di arrivi e partenze tali per cui non mi sarebbe mai passato per il cervello di pagare l’hotel per poche ore, rischiando di destarmi dal sonno per raggiungere l’aeroporto appena in tempo, che ne so, per l’aereo delle 4 a.m. Eppure c’è gente che lo fa.
Nemmeno mi vergogno ad ammettere che pur di concedermi un giorno in più di viaggio, ho preferito scegliere l’alternativa dell’aereo a notte fonda piuttosto che in giornata.
L’aeroporto di notte.
E’ pace, silenzio, quiete, gente che se la vedi sei pure felice pur di non essere solo, gente che dai per scontato che sia lì solo per avere un tetto sulla testa, gente che siamo tutti (o quasi) viaggiatori e sappiamo accomodarci per terra (cosa che nella vita quotidiana non mi salterebbe in testa di fare).
I negozietti chiudono, gli ultimi voli lasciano il posto al deserto più totale. Due chiacchiere, un’occhiata al cellulare, un blocchetto da riempire che l’ispirazione a scrivere è massima, i bambini che si sistemano per dormire ma che se l’aeroporto lo consente (vedi quello di Praga) improvvisano una partita con maxi pedine morbidose.
Niente, in quelle condizioni, l’unico modo di esaurire il tempo è dormire.
Maledetti braccioli!

E poi fa freddissimo. E’ il clima ideale per i pinguini.
L’ultima volta ho messo tre paia di leggins uno sopra l’altro, facendo riferimento, ahimè, a quelli non propriamente puliti.
Viaggiare è anche questo. Sapersi adattare, appartenere al mondo con tanta intensità che nemmeno i batteri ti fanno più paura. E credetemi io sono davvero schizzinosa!
Si, viaggiare è talmente bello che so anche di essere capace di comprare cibo da un barbecue improvvisato in un angolo di Chinatown.
E’ talmente bello che insieme ai luoghi, ai cibi, alla gente, al mondo intero, scopro anche me stessa.

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Those nights at the airport
Have you ever spent half or even whole night at the airport?
It happened to me: sometimes there were arrivals and departures in the heart of the night and I never thought I’d pay the hotel for a few hours; I don’t want to have to worry about waking up to get to the airport just in time, for example, for the plane at 4 a.m.
There are people who do it.
I’m not ashamed to admit that for having an extra day of traveling I choose to fly in the night.
The airport at night
It’s peace, silence, stillness; you’re happy if you see people because you’re not alone. There’re people that appear to be there just to have a roof over the head, that are almost all travelers at ease also on the floor (it’s not every day ).
The shops close, the last flights give way to a deserted spot. We talk, look at the phone; I write on a booklet because the inspiration is maximum. The children are ready to sleep but if it’s possible, they play with big pieces (look at the airport of Prague).
There’s nothing to do except sleep.
Cursed armrests!
And it’s very cold. It’s the ideal climate for penguins.
The last time, I wore three pairs of leggings one above the other, using those not cleaned.
Traveling is also this. To adapt oneself, to belong to the world with such intensity that you’re not afraid of bacteria. And I am very fussy!
Traveling I know I am capable to eat the food of an improvised barbeque at the corner of Chinatown.
It’s so beautiful, that I discover places, food, people, the whole world and myself.
Senza parole Tiziana, bellissimo!
Non ho mai passato una notte in aeroporto ma mi piacerebbe tanto, proprio per “appartenere” al viaggio ancora di più!
Ormai ci siamo quasi, vè? 😉
Ah si, sto per partorire il viaggio dell’anno (scusa il parolone ma quando ce vò, ce vò). Sono in fibrillazione, sono pronta alla vista dell’aeroporto in (mezza) notturna, a scattare foto a cose che non riesco a immaginare, a mettere a fuoco le sensazioni, a perdermi per le strade, a cimentarmi con la lingua non-italiana. Sono pronta, decisamente. Ormai aspettavo pure da troppo tempo.
Tiziana, non potevo non commentare dopo aver letto questo tuo articolo, perché ad agosto abbiamo trascorso proprio una di queste notti da leoni: SETTE ORE DI SCALO NOTTURNO A DUBAI!!!
E anche io sono schizzinosa come non mai, fatto sta che quando viaggio riesco a chiudere un occhio (pure due…facciamo tre).
Pensavamo quasi di acquistare due ingressi alla Lounge aeroportuale, poi ci hanno spiegato che per 55$ a testa, potevamo fermarci giusto 4 ore, e a quel punto ci siamo detti: eh no, allora si fanno sette ore piene di passione!
Io su quella sedia ho sonnecchiato perché il sonno era tanto; mio marito un pò meno; entrambi abbiamo cercato di incastrarci l’un con l’altra per sostenerci, salvo poi svegliarci in preda a brividi terribili: più che a Dubai, sembrava quasi di essere al Polo!
Se lo rifarei? Ora, in questo preciso istante. Chiamiamola follia del viaggiatore!
Claudia B.
Posso immaginare il freddo. A cosa non siamo disposti pur di viaggiare?
E diciamo pure che anche le scomodità, lasciano un bel ricordo.
Si, direi proprio che siamo folli.
Ciao Claudia!