Non sono mai stata brava a capire i contenuti delle normative, che siano in vigore o siano solo proposte di legge.

La questione del Referendum sulle trivelle può risultarmi poco chiara nei suoi termini più tecnici ma di due cose sono certa: la prima è che non potevo non scriverci su, dato che la questione riguarda tutti noi, la seconda è che mi sembra evidente che il mare e l’ambiente in generale vanno difesi e tutelati. Per questo voterò “sì” allo stop delle trivelle, quei mostri che a tutt’oggi cercano già oro nero nei fondali. “Si” perchè non ne nascano di nuove, purtroppo solamente, entro le 12 miglia dalla costa italiana.

trivelle
Da “www.baritoday.it” (il “Si” contro le trivelle)

Faccio davvero fatica a capire le ragioni di chi chiede di astenersi dal voto, di chi difende il no. Scusate, ma poi le piattaforme attualmente in funzione quanto petrolio trovano? Non ci hanno insegnato che il petrolio è una risorsa che prima o poi si esaurisce? E dunque che senso avrebbe stare a fare buchi sui fondali andando a rompere le scatole ai suoi abitanti? Che senso avrebbe rischiare di poter incorrere in un eventuale rischio ambientale (oltre quello già fatto)? Che senso avrebbe danneggiare il settore turistico su cui sta in piedi l’economia di molti paesi della costa?

Risparmio per tutti? Posti di lavoro? Che controsenso, dunque, non incentivare le energie rinnovabili pulite, quelle che sfruttano i raggi del sole, per esempio. Quelle che piuttosto incontrano ostacoli da parte del Governo che come al solito ama le contraddizioni, le lobby, il falso, l’ipocrisia.

Perchè voterò”Si” contro le trivelle

Sono tante le motivazioni per cui sostenere il “si” al referendum contro le trivelle. Esaustivo, a scopo informativo, è l’articolo pubblicato su saperescienza.it, tanto per citarne uno solo dei tanti che danno un’idea chiara della vicenda.

Io voterò “si” perché vorrei che l’Italia ambisse ad essere una sorta di  “Masdar City”, l’impresa tendente all’ecologico che nasce nel deserto a pochi chilometri, guarda caso, dal regno per eccellenza di chi ha fatto fortuna con il “petrolio fino a esaurimento scorte”.

Voterò “si” perché piuttosto chi di dovere decida di impegnarsi nel sostegno alle energie rinnovabili pulite, quelle che non si esauriscono e che realmente sarebbero un risparmio per tutti gli italiani (se solo ci fossero incentivi).

Voterò “si” perché ai buoni propositi di un Governo che fa le scarpe ai cittadini, come da scandali su intercettazioni telefoniche (per fare un esempio) io non c’ho mai creduto perché altrimenti non staremmo come stiamo, soffocati dalla crisi economica e dalla precarietà.

Voterò “si” perché il riverso delle fogne in mare basta e avanza a quelle acque che stanno tutt’attorno all’Italia.

Voterò “si” perché dell’oro sporco non so che farmene.

Voterò “si” perché il mare non si tocca. Punto e basta.

Questo referendum è un’ occasione per dar voce ai cittadini e, con tutta onestà, ho apprezzato l’Italia che da mesi si muoveva nell’organizzazione della campagna informativa, coalizzandosi fino a fare di tante voci un unico coro, allo scopo di sostenere e difendere l’ambiente (per informazioni più dettagliate consultate la pagina web del Coordinamento Nazionale No Triv).

Questa è senz’altro l’Italia che mi piace.

Trivelle

That is why I will be voting “yes” against the drills

I’ve never been good at understanding the content of the regulations, whether they are in force or only legislative proposals. 

The question of the Referendum on the drills can be unclear in its more technical terms, but two things are certain: firstly, I couldn’t write about it, since the issue concerns us all, secondly it seems clear that the sea and the environment in general must be defended and protected. This is why I will vote “yes” against the drills, the monsters that already seek black gold in our sea. “Yes” against new drills, unfortunately, only within 12 miles from the Italian coast

I’ve been struggling to understand the reasons of those who ask to abstain from voting, who defends the “no”.  But how much oil did all platforms currently in operation find? Haven’t they taught us that oil is a resource that sooner or later running out?  So why make holes on the seabed? Why risk a possible environmental damage? Why damage the tourism sector on which stands the economy of many coastal countries? 

Saving for all? More jobs? This doesn’t promote clean renewable energy (the solar energy, for example) that is hampered from the government fond of contradictions, lobby, falsehood, hypocrisy.                                                      
There are many reasons for supporting the “yes” in the referendum against the drills. Exhaustive, for information purposes, is the article published by saperescienza.it, to name just one of many that give a clear idea of this argument. 

I will vote “yes” because I wish Italy were a sort of “Masdar City”, tending to be an ecological city born in the desert not far from the realm par excellence of those who have made a fortune through the oil “while stocks last”. 

I will vote “yes” because the government undertakes to support all clean renewable energies, the real saving for all Italians (if only there were incentives). 

I will vote “yes” because I never believed in the good intentions of a government that is lying to its citizens, if we consider all scandals, for example, of the telephone tapping; otherwise we would not be as we are, stifled by the economic crisis and job insecurity. 

I will vote “yes” because to spill sewage at sea is more than enough.

I will vote “yes” because I don’t want no more of dirty gold.

I will vote “yes” because  you don’t touch the sea. And that’s it.

 This referendum is the opportunity to give voice to citizens and, in all honesty, I appreciated this Italy that for months was moving in the organization of the information campaign, making a chorus to support and defend the environment (for more details see the webpage of the National Coordination No Triv).

This is undoubtedly the Italy that I like.

8 Replies to “Perche’ il 17 aprile votero’ “si” contro le trivelle”

  1. Hey quanto ardore 😉 dovremmo essere tutti come te!
    Purtroppo noi italiani siamo senza speranze. Considerando le vicende di queste ore, siamo capaci di sporcare tutto, anche l’energia pulita.
    Ho visto che alcune piattaforme petrolifere dismesse sono state convertite in hotel di lusso e paradisi per i sub.
    Nonostante non abbiano una “bella presenza”, personalmente non ne vedrei altra destinazione migliore e, aggiungo, che mi piacerebbe tantissimo visitarne una, proprio come si visitano quelle fabbriche dei secoli scorsi, oggi archeologia industriale.
    Le domande formulate sulle schede dei Referendum vengono appositamente studiate da dei pool di scienziati per scoraggiare i cittadini al voto! (fonte: l’anima complottista di mio padre 😀 :D)
    Buona domenica, ormai fatta.
    Daniela

  2. L’Italia è una contraddizione incredibile. Si educa al rispetto per l’ambiente ma si fa tutt’altro. Ciò che è peggio è che il Governo per primo agevola e/o non punisce e/o chiude gli occhi su questioni che riguardano la salute del pianeta e di noi tutti. Sono sinceramente presa dalla questione delle trivelle, come pure dell’Ilva (in merito al quale emerge forte il problema per cui “pur di lavorare sono disposto ad ammalarmi”) o della xylella o dell’immigrazione. Si, mi piace parlare di viaggi ma questo blog è per me anche motivo di riflessione su certi argomenti di cui penso sia giusto parlare. Probabilmente in un’altra prossima vita farò la reporter!
    Buon proseguimento di giornata anche a te Daniela! Ti abbraccio

  3. Purtroppo però anche votando sì, non è che non ci saranno più trivellazioni, anzi c’è addirittura il richio che si vada ad iniziare nuove trivellazioni…
    Se vincesse il sì, non si potrebbe più sfruttare il giacimento fino al suo esaurimento, ma solo per il limite di tempo della concessione, che poi non verrà rinnovata.
    E chi ha interessi a trivellare chiederà una NUOVA concessione e trivellerà quindi in un altro punto….certo, in questo caso i costi si alzerebbero e ci si augura che le aziende piuttosto che spendere molto di più abbandonino questa via e investano i loro soldi nel rinnovabile…ma è una speranza, non una certezza.
    Inoltre, l’Italia in questo modo, non essendo ancora pronta con energie rinnovabili, dovrebbe acquistare dall’estero più energia, facendo alzare i costi pagati dai comuni cittadini….
    Purtroppo il referendum si riferisce solo alla frase ” per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale” e non alle trivellazioni in toto…
    Per fare chiarezza ho trovato questo articolo interessante che spiega molto bene le ragioni del sì e del no:
    http://www.valigiablu.it/referendum-trivelle/

    1. Mi domando quando la smetteremo di dire che l’Italia non è pronta per le rinnovabili?
      Lo sapete che nel 2014 in Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili è stata 6 volte superiore a quella proveniente da gas (fonte: Ministero dello sviluppo economico)?
      Quanto metano pensate che producano quelle concessioni tanto dibattute? Già ad oggi, rispetto al consumo totale di gas in Italia, il 90% è importato! Occhio a quello che vi raccontano! Sostituire quel poco gas che non verrebbe più estratto con fonte rinnovabili non è impossibile!
      Ragazzi, siamo andati sulla luna e volete dirmi che nel 2016 ancora non siamo in grado di sfruttare i fiumi, il vento e il sole? In Italia? 😉

      1. A me sembra che ai piani alti non facciano comodo le rinnovabili. E no, Nicolè, se poi mi faccio i pannelli solari a casa (attualmente a costi elevati per i mancati investimenti dei piani alti) poi chi la paga più la bolletta all’ Enel? E se inquiniamo il mondo chi se ne frega, tanto quello che conta sono i soldoni che gironzolano tra chi si nasconde dietro i poteri forti, fino al prossimo capro espiatorio da immolare al popolo (a copertura del restante marcio).

    2. Grazie per avermi segnalato il post, Michela.
      Come te sono convinta che il “si” non fermerà la presenza di trivelle nel Mediterraneo anche alla luce del fatto che ci sono altri Paesi, di cui non conosciamo le normative a riguardo, che potrebbero agire come credono. Però se dobbiamo starci zitti e subire sempre tutto, quanti passi avanti faremo?
      Insomma, il solo fatto che ci sia il Referendum è una conquista (e non parliamo delle voci proposte che non sono passate) al diritto di espressione della volontà del singolo cittadino.
      Io penso che sia poco diligente investire sulla risorsa “fino a esaurimento scorte” a discapito del settore turistico che ha effetti più a lungo termine.
      E se poi le fanno davanti alla Puglia le trivelle? No, non lo posso comunque accettare.

      1. Già, purtroppo temo che però questo referendum sia solo l’ennesimo spreco di soldi…se l’avessero strutturato in maniera diversa avrebbe certamente avuto più senso…ma purtroppo si sa che a comandare è solo ed esclusivamente il Dio Soldo -.-“

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