Gennaio è un po’ come il nuovo punto d’inizio di un qualcosa.

Mi piacerebbe dire che per una volta sia il traguardo di qualche cosa d’altro ma no, mi ritrovo solo alla prima pagina della nuova agenda a segnare la breve ma intensa lista di nuovi propositi: le conquiste da fare, un “nuovo modo da agire” sul lavoro da libera professionista (parola d’ordine “re-inventarsi”, sempre) nonostante la costante ambizione ad un “lavoro statale” (si, pure io “da grande voglio fare il posto fisso“) la cameretta da comprare che non si sa mai prima o poi arrivi “qualcuno”, i travel dreams da realizzare, i sorrisi con cui illuminarsi le giornate, la felicità da rincorrere fino ad avere l’illusione di poterla toccare con la punta delle dita.

Questo nuovo anno è cominciato proprio strano. Ci deve essere una specie di blocco dentro di me… non sono più quella che lascerebbe le radici pur di mettere la propria vita al servizio degli ideali di sempre. E io che credevo di poter fare qualcosa di buono per gli altri! Direi che non sono affatto sulla buona strada giacché qualcuno ha scambiato le insegne. L’insicurezza vuole acchiapparmi per ridere di me. Forse qualche pianeta, astrologicamente parlando, sta complottando contro affinché vada tutto per il verso sbagliato.

Che avrò combinato mai per meritarmi ciò?

Fatto sta che mi trovo a rimpiangere quel giorno in cui ho rimproverato mia madre di avermi insegnato a “dare” sempre e comunque. “Che ne ho avuto in cambio” le dissi, “se poi la gente dimentica come niente quello che hai sempre fatto per loro?”

E’ per questo se il mondo va a rotoli…dimentichiamo ciò che gli altri fanno per noi.

Ho pensato che una forza oscura si fosse quasi impadronita di me, presa dalla preoccupazione che la crisi economica che ha bussato alla serranda, mi avesse posta davanti alla rinuncia del viaggio che più di ogni altro sognavo per questo 2016. Mi sono sentita arrabbiata, illusa, delusa, quasi tentata dalla cattiveria. Ecco perché tra i miei buoni propositi c’era quello di tornare al volontariato, per tendere la mano a chi ne ha davvero bisogno, per sentirmi viva, utile a me stessa. Eppure ancora sono qui, a crogiolarmi tra le buone intenzioni.

Ho immaginato che qualcuno avesse acceso una candela per fare un po’ di luce in mezzo a tanto buio. Che stupida che sono stata! A un certo punto ho ricordato la forza dei piccoli profughi nel mondo, mi è tornato alla mente quel vivere senza il bisogno di nulla dei Kenyani di cui tanto mi aveva parlato mia sorella.

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Io stessa, per prima, avevo dimenticato le persone che mi sono ancora vicine, ciascuna a modo proprio… la blogger che ti dimostra stima, la bambina che ti telefona apposta per dire che tra un po’ vi rivedrete o il messaggino di un’altra piccola che, in un giorno spensierato di vacanza, trova il tempo per pensare a te.

Mia sorella che mi da il buongiorno, mio marito che mi porta il caffè a letto, mio padre con la sua pacca sulla spalla, quella mamma chiacchierona ma che non manca l’occasione di correre ad aiutarti quando ne hai bisogno, la cugina più piccola che legge il tuo blog, un’altra cugina che arriva in soccorso per scacciare il vento di crisi e ti riaccende il lumino della speranza.

Come ho fatto io stessa a dimenticare quello che è stato dato a me? Sono stata una sciocca. Ti chiedo scusa, mamma (se sarai arrivata a leggermi a quest’ultime righe di codesto post), se ti ho rimproverato di avermi insegnato ad essere buona, sempre e comunque.

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… e intanto, tra le buone intenzioni, scalpita un sogno fatto di viaggi.

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The lists of good intentions

 

I’d like to say that January can be the new starting point of something but it’s only the month for writing, on the first page of my new diary, a brief but intense list of good intentions: making new experience, working with a “new way to act ” (watchword “reinvent yourself”, always), despite the constant ambition of a”steady job “; I’m thinking about buying a small bedroom in case “someone” arrivals. I’m thinking about travel dreams to be realized, to try and find happiness.

This new year has begun so strange. There has to be some kind of block in me … I’m not the same person who would leave the roots to dedicate the life in service to the ideals.  I would say that I’m not on the right track because someone mistook the signs. Insecurity makes fun of me.  Maybe some planet, astrologically speaking, is plotting against me so everything goes the wrong way. Why all this? 

The point is that I find myself regretting that day when I scolded my mother for teaching me to “give” always. “What do you get in return” I said to her “if people forget what you did for them?”
That is why the world is falling apart … we forget what other do for us. 

I thought that a dark force had almost taken control of me, worried about the economic crisis that has knocked on my door, about to give up on the trip that I dreamed for this 2016. I felt angry, deludedl. That’s why one of my good intentions is get back to doing volunteering, to help those who really need it, to feel alive, useful to myself. Yet still I’m here, to bask in my good intentions. 

I imagined that someone had lit a candle to shed ‘light in the midst of such darkness”. What a fool I was! At a certain point I remembered the strength of refugee children in the world, “the life without thoughts” of Kenyans that my sister told me. 

I had forgotten the people who are still close to me, each in their own way … the blogger who appreciates you, the child who calls you on purpose to tell you that you’ll meet again or another who’s thinking to you and writes a short message in a day of carefree holiday. My sister that says “have a nice day”, my husband that brings me coffee in bed every morning, my father with his pat on the back, my mother, talkative but always ready to help me, the smaller cousin who reads my blog, another cousin who comes to the rescue to ward off the wind of crisis and turns on a little ray of hope.

How could I forget what has been given to me? I was a fool. I’m sorry, Mom (if you’re reading the last lines of this post), if I’ve been criticized you for teaching me to be a good person, anyway.

2 Replies to “La lista delle buone intenzioni”

  1. A essere buoni non c’è mai niente da perdere. Vedrai che tutto, prima o poi, ti ritornerà!
    In bocca al lupo per un 2016 pieno di sorprese positive!

    1. Grazie Cristina! Credo che avessi bisogno io stessa di una lezione, dovevo imparare a non dare troppo peso alle cose che non lo meritano e a ricordare di non lasciarmi condizionare tanto da dimenticare quello in cui ho sempre creduto. Non è facile, ma la messa in discussione e l’impegno ci sono. Speriamo sia per tutti noi un anno positivo, con un bel traguardo all’ultima pagina e un nuovo inizio sulla prima dell’agenda ancora da stampare. Kiss Kiss

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