I paesini di Puglia si distinguono per il candore dei centri storici che, sebbene li accomuni, vengono resi unici, ciascuno per i dettagli di cui sono ricamati. Alberobello, per esempio, è caratteristica per il suo complesso di trulli, Locorotondo per i tetti spigolosi, Polignano per il suo mare che ha udito il canto di Domenico Modugno. E continuerei anche.

Un momento della giornata non è uguale ad un altro.
Così, camminare per le viuzze del centro storico di Locorotondo, in un giorno di festa, ha avuto il sapore delle cose di casa.
Il profumo del sugo della domenica, quello delle polpette, l’insieme di voci della gente appena uscita da messa che si alternava al silenzio dietro l’angolo.
Locorotondo è una piccola oasi di pace immersa nel suo bianco candore che non ha bisogno del sole per illuminarsi. E’ un luogo che sa di fresco, pulito, casa, tranquillità e sorrisi di chi la vive.
E’ un borgo vivo, vissuto, tenuto, curato, conservato, protetto come si tengono le cose preziose.



I fiori, le piante, le mattonelle con i numeri civici dipinti a mano… danno un tocco di colore a quel bianco sormontato dai tetti spigolosi chiamati “cummerse”, che guardano ai tetti circolari dei trulli della Valle d’Itria, un luogo magico che non si può scordare.




Tra la primavera e l’estate Locorotondo, che qui viene chiamato anche “U Curdunn”, per via della sua pianta circolare, fiorisce riempiendosi di un fascino speciale, ma adesso, a poche settimane dalla Pasqua, diventa l’occasione per perdersi nelle tradizioni antiche più dei suoi abitanti.
Finito il Carnevale, nei quaranta giorni di Quaresima che precedono la Pasqua, per le stradine accese di bianco, tra una finestra e l’altra, fanno la loro comparsa delle vecchine, mosse dal vento come foglie di un albero che segnano il ciclo del tempo che scorre.
Niente di più bello che farsi spiegare il significato di queste bambole dagli anziani del luogo.
Loro sì che ne hanno viste di queste quarantane, nel corso della loro vita a Locorotondo. I visi si illuminano quando parlano del luogo con il quale sono un tutt’uno e ti regalano mega sorrisi che manca poco che pare che possano invitarti a pranzo.

C’è chi non ha capito bene il significato di questa tradizione perché, precisa, è “antichissima”, chi ricorda un tempo in cui di vecchine se ne vedevano con più frequenza e chi ti spiega ciò che c’è da sapere con un pizzico di nostalgia.


Ma chi sono le quarantane?
I nonni del posto raccontano che le “quarantan” si appendono nel periodo della Quaresima, per ricordare la fine degli eccessi del Carnevale e il rispetto delle tradizioni religiose che vogliono non si mangi carne né tanto meno formaggio.
Negli anni passati la gente lavava per bene le “grattacase”, alias le grattuggie, e le metteva da parte per tutto il periodo della Quaresima.
Le quarantane, queste vecchine vestite di nero (che rappresentano, per quello che so, la vedova del Carnevale), sono attrezzate spesso di filato di lana, in memoria dei mestieri che furono.
Una tradizione tanto antica da perdersi nella notte dei tempi e che diventava il pretesto per non mangiare, essendo, quelli passati, tempi duri.


Passeggiavo per le vie di Locorotondo con la voglia di apprezzare la vita di una cittadina che impreziosisce un pezzo del Sud Italia, antico, puro, vero e fiero di essere uno dei Borghi più belli del suo Paese.

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Looking for the Quarantane of Locorotondo
A part of the day is not equal to another.
So, walking through the narrow streets of the historic center of Locorotondo, in a Sunday morning, had the flavor of home.
The smell of the sauce and of the meatballs on Sunday, the set of voices of people just got out of Mass that alternated with silence around the corner.
Locorotondo is a small oasis of peace surrounded by his whiteness that does not need the sun to light itself.
It ‘s a place that smells of fresh, clean, home, peace and smiles of those who live it.
It ‘s a village alive, lived, kept, stored, protected as you do with the precious things.
The flowers, plants, the tile with house numbers, hand painted … give a touch of color to the white topped by those angular roofs called “cummerse”, that look to the circular roofs of the trulli of the landscape around, to remember that this place is the Itria Valley, a magical land that can not be forgotten.
Between spring and summer Locorotondo, here also called “U Curdunn”, because of its circular ground plan, blooms, filling itself with a special charm, but now, just a few weeks before Easter, becomes an opportunity to get lost in the most ancient traditions, older than its inhabitants.
After the Carnival, in the forty days of Lent, on the white streets, between a window and the other, “old women” remain hanging all the time, moved by the wind like leaves of a tree that mark the cycle of time passing.
Nothing more beautiful than to listen local elders who explain the meaning of these dolls.
They have seen a lot of these Quarantane, during their life in Locorotondo!
So, their faces light up talking about the place with which they are one and they give you big smiles that seem to be an invite to lunch.
Some people didn’t understand well the meaning of this tradition because it’s “very old”.
Others remember a time when they have seen more frequently the old ladies and so, they tell you what you need to know with a pinch of nostalgia.
So, who are Quarantane?
So, the grandparents of the place tell about the Quarantane, who are hung in the period of Lent, to remind the end of the excesses of Carnival and the respect of the religious traditions because, in this time, you can’t eat meat or cheese.
This tradition was so heard, in past years, that, the wonderful couple timeless tells, people washed their “grattacasa” (grattuggia), and put aside it for all the time of Lent.
The Quarantane, these old women dressed in black (who represent the widow of the Carnival), are often equipped of wool yarn, in memory of the old trades.
So, I walked the streets of Locorotondo putting aside my extreme shyness because I wanted to feel in my chest, the life of a small town that adorns a piece of South Italy, ancient, pure, true and proud to be one of the most beautiful villages of its country.
Sole, mare caraibico, un entroterra delizioso esaltato da buon cibo, tradizioni e folklore: dimmi una cosa….ma fosse la Puglia la Terra Promessa?
Ah e dimenticavo i Negramaro!!! 😉
Un saltuto!
Daniela
Noooo, ma vuoi dirmi tu quanto è bella la Campania? Sole, mare, buon cibo e musica a gogò. Dai, quanto è bella l’Italia tutta? E si, la Puglia è speciale ma forse è solo perché è la mia casa che la esalto all’ennesima potenza. Sono innamorata persa della mia regione ma non nego quanto sia meravigliosa la nostra Italia.
Saluti a te Daniela!!! 😉